C’è un settore che nell’agricoltura europea va decisamente male, ed è quello dello zucchero, o per essere più precisi, quello bieticolo saccarifero. Il vulnus è l’eccesso di produzione che ha determinato un netto calo del valore della materia prima. A un anno dalla fine del regime delle quote di produzione, i prezzi mondiali e comunitari dello zucchero hanno raggiunto il minimo storico, ben al di sotto rispetto alla soglia del costo di produzione nell'UE.
La situazione è molto pesante, basti ricordare che nel corso della precedente difficile crisi di mercato del 2014 e 2015, le quotazioni dello zucchero erano superiori del 15% rispetto a quelle di oggi. A livello comunitario non è ancora stata presa nessuna contromisura ma si spera che la Commissione possa a breve intervenire, magari con misure tali da scongiurare una crisi irreversibile per il settore.
La Confederazione internazionale dei bieticoltori europei (Cibe) ha svolto una accurata analisi della situazione e ha elaborato una serie di richieste ora sul tavolo dei servizi comunitari. In particolare si chiede una revisione del quadro contrattuale della barbabietola da zucchero, con maggiore trasparenza nella determinazione del prezzo, clausole di condivisione del valore, divieto di pratiche commerciali sleali, accesso a strumenti efficienti di gestione del rischio.
Inoltre, nell'ambito della riforma della Pac la Cibe chiede il potenziamento degli strumenti per la stabilizzazione del mercato, parità di condizioni con i Paesi terzi, anche attraverso la sospensione delle concessioni di accesso al mercato, e la pressione politica sui Paesi che esportano zucchero sul mercato mondiale grazie ai sussidi.
photo credit to Rovigoggi.it