Novità in arrivo per una filiera in difficoltà da tempo, quella dello zucchero. La direzione generale agricoltura della Commissione europea (Dg Agri) ha conferito ufficiale incarico di studio sul futuro della filiera zucchero in Europa ad Areté, azienda bolognese che ha un’area dedicata alla valutazione delle politiche di settore. Obiettivo dell’indagine è analizzare la capacità e le strategie di adattamento messe in campo a tutti i livelli della filiera per rispondere ai profondi cambiamenti dettati dalla transizione “post quote” e dal mutare delle condizioni di mercato e di produzione nell’Ue e nei paesi terzi.
In che modo la filiera si è riadattata al mutato contesto politico? Dove e come si è spostata la produzione, se e come si sono ricollocate o riconvertite le attività e concentrate le aziende? Quanto l’intero sistema si è rivelato resiliente e potrà esserlo ancora di fronte alle sfide future, dettate dal contesto internazionale di mercato dello zucchero. Sono solo alcuni degli interrogativi a cui lo studio risponderà. La filiera dello zucchero è rimasta profondamente scossa, in tutta Europa, dalla riforma del 2005 e dalla successiva abolizione delle quote avvenuta nel 2017.
In Italia, negli stessi anni, il numero di zuccherifici si è ridotto da diciannove a due, mentre la produzione crollava dal milione e mezzo di ton della campagna 2004/05 alle 200mila di oggi. In Europa la produzione ha tenuto, ma a costo di una profonda ristrutturazione che ha comportato la chiusura di ben 85 impianti, con il numero di zuccherifici in attività sceso dai 189 del 2005 ai 104 attuali. Significativo l’impatto anche sull’occupazione (-42%, con circa 22mila unità perse), e sul numero di bieticoltori, che nell’Ue si era dimezzato rispetto al periodo pre-riforma già nel 2013, passando da circa 300.000 a circa 150.000.