La Commissione Europea, dopo aver acquisito il parere favorevole della Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (STEFC), ha deliberato che le vongole, per l’esattezza il mollusco bivalve definito “chamelea gallina”, meglio conosciuta come “lupino”, che cresce sui bassi fondali costieri sabbiosi soprattutto nel mar Adriatico (sono escluse dalla decisione le specie da allevamento) potrà essere pescato, anche se inferiore alla misura di 25 mm (Normativa UE del 2015) e fino ad una misura di 22 mm. di grandezza (Normativa UE del 2017).
“Quello del lupino di mare è un settore molto delicato, che unisce la stagionalità all’unicità del prodotto italiano. Una serie di studi, ad esempio in Veneto, ha già certificato che la pesca di vongole tra i 22 ed i 25 mm. non ha causato alterazioni all’ecosistema, quindi ben venga la deroga e speriamo che possa diventare permanente!” le parole del presidente nazionale di Uci-Agripesca, Mario Serpillo. “Accogliamo il provvedimento con grande soddisfazione– afferma Toni Scilla, presidente di Agripesca Sicilia – perché viene incontro alle esigenze del settore ittico italiano, che altrimenti non avrebbe potuto continuare a lavorare”.
La Spagna non ha accolto favorevolmente la notizia della proroga della deroga per il nostro Paese (in vigore dal 2017), valida fino al 31 dicembre 2020. Tra i 2 Paesi c’è sempre stata rivalità: da anni si contendono la palma del miglior produttore europeo del settore. Interessi lobbistici rischiano di tradurre e degenerare una norma sulla sola salvaguardia ambientale, in una che intralcia i mercati.
Adriatico contro Andalusia, dunque. Per il momento, una risposta confortante per gli oltre 1600 addetti del settore, 710 microimprese di pesca e altre 300 nella commercializzazione, che trattengono in fiato in attesa dei risultati della sperimentazione: in caso di esiti ancora positivi, si potrebbe ottenere il reiterarsi della deroga anche per il triennio 2021-2023.