I formaggi italiani vivono un momento d’oro. Ne abbiamo sempre venduti molti all’estero ma possiamo dire che, anno dopo anno, ne vendiamo sempre di più. Soprattutto mozzarella ai giapponesi e Grana Padano agli australiani, burrata agli inglesi e pecorino agli americani, Parmigiano Reggiano agli arabi, la crescenza ai tedeschi. Come accade da oltre un decennio, anche nel 2018 l’export italiano di formaggi ha segnato un nuovo record. Nel 2018 è stato tagliato il traguardo delle 418.443 tonnellate esportate (+0,7% rispetto al 2017) per un controvalore di 2,8 miliardi di euro (+3,0%).
Un risultato che porta in attivo la bilancia commerciale del settore caseario italiano per oltre 1 miliardo di euro: una performance impensabile solo pochi anni fa e che riassume in modo efficace il valore prodotto dal settore caseario per l’economia italiana. Il lattiero -caseario è il terzo settore dell’export agroindustriale italiano e costituisce un volano per la crescita dell’economia nazionale e per la diffusione del Made in Italy nel mondo.
Per le imprese del settore, le esportazioni rappresentano l’unica alternativa a un mercato interno statico e maturo. Emblematico il caso della mozzarella: nel 2018 l’export dall’Italia è aumentato in quantità del 5,2% rispetto all’anno precedente. Trend positivo anche per la Mozzarella di Bufala Campana Dop: circa 1/3 della produzione viene esportato in Europa, ma sono in crescita gli Stati Uniti e da poco si è aperto anche il mercato cinese, senza perdere di vista i Paesi arabi. I prodotti lattiero-caseari che partono dall’Italia raggiungono un numero sempre più ampio di mercati, in ogni continente. Nel 2018, oltre a consolidare i mercati tradizionali (come la Francia, che resta il nostro principale acquirente), le aziende lattiero-casearie italiane hanno conquistato mercati nuovi ed emergenti. L’area potenzialmente più interessante è quella asiatica, che rappresenta la scommessa da vincere per fare un ulteriore passo in avanti all’export lattiero-caseario italiano.
“Non ci può, però, essere crescita senza una reale strategia di sistema – le parole del presidente di Assolatte, Ambrosi – Le difficoltà che caratterizzano il mercato internazionale sono molte. Le imprese, da sole, non potrebbero superarle. Mentre quando entra in gioco le istituzioni la situazione cambia. L’esempio più significativo sono gli accordi di libero scambio siglati dall’Unione europea, che si sono rivelanti molto importanti nel supportare la crescita delle aziende”.
In Corea del Sud, dopo l’entrata in vigore dell’accordo firmato con la Ue, nel 2011, l’export di formaggi italiani è aumentato del 243%, mentre in Canada, a un anno dall’applicazione del Ceta, le vendite di formaggi provenienti dall’Italia hanno segnato un +28,8%, confermando la nostra leadership tra i fornitori di formaggio del Paese nordamericano.
L’Economic partnership agreement con il Giappone, la modernizzazione dell’accordo globale con il Messico e l’accordo di libero scambio con il Mercosur devono rappresentare ulteriori opportunità di crescita, anche se il 2019 si preannuncia complesso sul fronte del commercio internazionale a causa della Brexit e delle tensioni tra Usa e Cina.