L'osservatorio spagnolo del mercato del vino (Oemv) ha decretato il coronamento della Spagna come miglior esportatore mondiale di vino, cioè come il Paese che vende all'estero la maggiore quantità di litri, quasi due miliardi e 200 nel periodo tra settembre 2013 e settembre 2014.
Dato di parte? Forse. Ma i numeri citati a supporto della teoria sono impressionanti. Si parla di un incremento del 20% rispetto all'anno precedente, una performance monstre se paragonata al -1,7% dell'Italia (che rimane seconda al mondo con poco più di due milioni di litri). Sul gradino più basso del podio si posiziona la Francia che forse primeggia nella classifica più importante, quella delle esportazioni in valore.
I cugini transalpini, infatti, stracciano tutti in termini dir ealizzazione di prezzo. Nell'intervallo temporale considerato hanno infatti venduto per più di sette miliardi e mezzo di euro, contro i cinque dell'Italia ed i due e mezzo degli iberici.
L'aggregazione dei dati sopra riportati ci porta a concludere che i prodotti di gamma più alta, come quelli transalpini, godono di una domanda anelastica che quindi reagisce meno e meglio alla fluttuazioni ed alla volatilità dei prezzi internazionali. La Spagna invece ha puntato sulla politica delle quantità anzichè su quella dei prezzi ed ha comunque registrato una crescita, dovuta anche alle grandi quantità della penultima vendemmia. L'Italia annaspa, tiene ma annaspa. Forse paga, per l'ennesima volta, la mancanza di politiche di sistema che premino la qualità del prodotto sui mercati emergenti, quello asiatico soprattutto.