E in Italia, negli ultimi 5 anni, il volume delle ricerche effettuate online con parole inerenti al settore del vino è in costante crescita. Nella fattispecie, le ricerche nel 2014 sono aumentate del 30% rispetto al 2010 e in media ogni mese vengono effettuate 360.000 ricerche sul vino, provenienti principalmente dalla Toscana, dalla Liguria e dal Veneto. Per lo più sono correlate all’acquisto/vendita online del vino ed altre fanno riferimento a specifici brand. A segnalarlo è Alkemy, uno dei primi digital enabler italiani.
Il settore del vino- secondo l’analisi- è cambiato radicalmente negli ultimi anni, con volumi minori e un giro d’affari aumentato complessivamente dell’8% nel quinquennio 2008-2013 grazie alla costante crescita del prezzo per litro che ha registrato un aumento del 25%.
Tale cambiamento strutturale rispecchia le abitudini dei nuovi consumatori, che preferiscono sempre di più bere meno, ma meglio. Il giro d’affari mondiale del vino online ammonta a 6 miliardi di euro nel 2014 ed è destinato a crescere nel 2015 fino a raggiungere i 6,5 miliardi di euro.
E l’Italia? Si colloca tra gli ultimi paesi per tasso di penetrazione del canale online, che si attesta allo 0,2% nel 2014 con un valore di mercato di circa 24 Milioni di euro: incidenza molto limitata se paragonata alla media mondiale, pari all’1,8%, e ai tassi registrati dai principali paesi europei, come la Francia (5,8%) e il Regno Unito (6,8%). Ma è vero che parlaimo di nazioni che hanno caratteristiche diverse dalle nostre.
La carenza di player di riferimento nella vendita del vino online sembra rappresentare la ragione alla base di questo mancato sviluppo: una significativa opportunità persa per produttori e player a vario titolo, infatti l’attitudine dimostrata dal consumatore online è verso bottiglie specifiche di qualità medio-alta a prezzi contenuti, che si traduce in un costo medio per bottiglia acquistata pari a 12-15 euro vs i 3-5 del canale tradizionale (ad esempio, supermercato).