Vino italiano sempre più apprezzato lontano dallo stivale. Lo certificano i dati di Assoenologi sul primo semestre 2015. L’analisi effettuata dimostra la crescita dell'export: + 6,5% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014, un mercato da oltre due miliardi e mezzo. In diminuzione il volume dell'esportato (-1,67%), compensato dall'aumento del valore medio unitario (vmu) di venti centesimi al litro (da 2,40 a 2,60 euro).
Non tutte le regioni italiane sono ugualmente virtuose. Il Veneto si conferma al terzo posto con un valore di 855 milioni di euro e una crescita del +11%; medaglia d'argento per il Piemonte con 436,3 milioni e un trend stabile -0,6%.
Ma il vero vincitore della battaglia dell’export è ancora la Toscana, il valore dell’export è cresciuto del 25,8%: merito dei vini rossi Dop toscani (270 milioni di euro), più ricercati di quelli bianchi Dop (10,5 milioni). Hanno visto momenti migliori le cantine di Lombardia (-7,5%), Emilia Romagna (-14,9%) e Marche (-10,7%).
I principali clienti non sono europei. A seguito dei mutamenti geopolitici del mondo, che hanno riflessi sui consumi, il mercato cresce veloce soprattutto in Asia centrale (+17%) e Nord America (17%).
L'export verso i Paesi terzi corre quattro volte più veloce che nell'Unione Europea, +10,8% contro il +2,6%. Il differenziale è di appena 36 milioni di euro tra le due aree, dovuto al diverso vmu: in Ue questo valore è di 1,96 euro/l, negli altri Paesi è di 3,90 euro/l. La Svizzera, tuttavia, registra uno dei vmu più alti: 6 euro/litro