In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda. Possiamo dire che è un rito, parte integrante della nostra cultura ed espressione della nostra socialità, che ci distingue nel mondo.
Sulla base di questo concetto, il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Centinaio, annuncia l’approvazione all’unanimità, da parte del Mipaaf, della candidatura a patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco de “Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli”.
“Siamo molto soddisfatti di essere arrivati ad una candidatura unitaria – le parole del Sottosegretario -. Oggi stesso sarà trasmessa alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco e confidiamo che questa la approvi e la trasmetta entro il 31 marzo a Parigi”.
La tazzina di espresso rappresenta per tutti gli italiani un rito sociale e culturale che trova riscontro anche nella letteratura e che appassiona tutto il Paese, da Napoli a Venezia fino a Trieste passando per Roma e Milano.
Una candidatura tanto più importante in un momento storico in cui le restrizioni dovute alla pandemia hanno penalizzato i rapporti sociali, molti dei quali si svolgevano sul bancone o dentro il salotto all’aperto di un bar davanti a un buon caffè