Riunito, nella Sala Clemente del MASAF, il tavolo olivicolo. L’Uci ha partecipato all’incontro, convocato dal Sottosegretario, Senatore La Pietra. Il dott. Stea dell’area tecnica dell’Uci, ha indicato al tavolo alcune priorità di intervento per la valorizzazione dell’olivicoltura, con l’auspicio che le opportunità offerte dal PNRR – Missione Agricoltura – e dalla nuova Politica agricola possano essere occasione per rafforzare il comparto olivicolo-oleario.
Oltre ad Uci erano presenti i principali attori della filiera olivicola, dalle Associazioni di Organizzazioni di produttori a quelle rappresentative dei frantoi oleari, per analizzare lo stato dell’arte della filiera e fornire utili contributi alla valorizzazione della filiera. Una filiera, quella dell’olio evo, che da tempo affronta criticità strutturali con una riduzione del potenziale produttivo.
Tra le principali priorità indicate dalla nostra organizzazione ricordiamo innanzitutto la valorizzazione dell’olivicoltura delle aree interne del Paese a rischio abbandono, il miglioramento della capacità e della qualità dello stoccaggio e la concentrazione dell’offerta, l’invito a procedere con lo strumento dei contratti di filiera puntando ad una comunicazione istituzionale che possa mettere in evidenza le qualità dell’evo, e dunque porre le aziende italiane nelle condizioni di poter ambire a mercati sempre più importanti.
L’Unione Coltivatori Italiani ha poi evidenziato la necessità di intervenire per ridurre gli effetti della Xylella sul sostegno al reddito degli olivicoltori del Salento, come previsto dalle nuove regole applicative della PAC. L’UCI, nello specifico, ha chiesto al Sottosegretario di intervenire prontamente con alcune deroghe per consentire l’applicazione dell’ecoschema del tipo 3, rendendo ammissibile tale tipologia di pagamento destinato alla manutenzione degli olivi per i produttori che manifesteranno impegno al reimpianto di nuovi olivi. Necessario poi, secondo la nostra area tecnica, che le aziende olivicole possano chiedere il premio accoppiato olio sulle superfici olivicole nelle zone delimitate, e divenute improduttive, a causa della diffusione del batterio Xylella phastidiosa, rendendo ammissibile l’adesione anche senza produzione di olive certificate ad indicazione geografica con impegno al reimpianto di nuovi olivi. La mancata attuazione delle due deroghe significherebbe non offrire adeguati strumenti per ricostruire l’olivicoltura di mezza regione.
La sessione si è chiusa con l’auspicio, formulato dallo stesso sottosegretario, di avere un nuovo piano olivicolo nazionale. L’Uci è pronta a fare la propria parte.