Non è casuale che l’Isis nei giorni scorsi abbia tentato di colpire al cuore proprio la Tunisia, uno degli Stati del mondo arabo dove il processo di modernizzazione è tra i più avanzati, di pari passo con quello di laicizzazione e di democratizzazione. E non è stato accidentale che proprio qui, dove il 54 per cento dei dieci milioni di abitanti ha meno di 30 anni, abbia avuto origine la “primavera araba”: il gesto estremo del tunisino Mohamed Bouazizi, nel dicembre 2010, ha innescato quella cosiddetta “rivoluzione dei gelsomini”,che ha liberato nuove energie in una società in rapida crescita e ricca di enormi potenzialità.
Il dualismo tra vecchio e nuovo, che caratterizza in modo sempre più evidente la società tunisina, è ben visibile nel settore agricolo, che continua a rappresentare il capisaldo dell’economia nazionale. La ruralità tradizionale, fatta di piccoli coltivatori, è affiancata ad una più moderna, impegnata ad esempio ad estendere le aree irrigue. I residui dell’agricoltura statale, frutto di politiche basate soprattutto sull’intervento diretto dello Stato a sostegno dello sviluppo rurale, fanno i conti con la crescente iniziativa privata supportata anche da investimenti stranieri. Perché il settore agricolo, in Tunisia, garantisce considerevoli opportunità di investimento e di creazione di nuove attività grazie anche all’attenzione che lo Stato rivolge al settore in forma di sgravi fiscali, prestiti agevolati, strumenti per l’innovazione. A tutto ciò si sommano il basso costo del lavoro, il clima favorevole, l’alta percentuale di giovani, la possibilità di locazione di terreni demaniali, i notevoli spazi di mercato.
L’agricoltura, che in Tunisia garantisce circa l’11 per cento del Pil (includendo la pesca), ha nella coltivazione delle olive il proprio fiore all’occhiello. Questa attività, che impiega circa il 30 per cento della terra coltivata, garantisce il 15 per cento del valore totale della produzione agricola e l’occupazione di circa un milione di addetti. Il Paese è quarto al mondo per produzione di olio d’oliva, la cui esportazione occupa il 50 per cento del totale delle esportazioni agricole, quinta fonte di proventi in valuta estera per il paese.
Il 2014, per la produzione di olive, è stato un anno di eccellenza: un volume di raccolta di 280 mila tonnellate, cioè quattro volte in più rispetto alle 70 mila dell’anno precedente, secondo i dati diffusi dallo stesso ministro dell'agricoltura, Lassad Lachal.
Rilevanti anche le esportazioni di frutta (albicocche, mele, pere, pesche, prugne, oltre ai datteri e alle mandorle della regione di Sfax) e di pomodori. Il quadro agricolo è completato dagli arativi, destinati soprattutto alla cerealicoltura, e dalle colture arborescenti, che coprono il 30 per cento del territorio. L’allevamento è prevalentemente ovino e caprino.
L’agricoltura, soprattutto in questa delicata fase geopolitica, riveste un ruolo centrale anche per l’integrazione economica e sociale delle collettività più vulnerabili, contribuendo ad accrescere la loro rendita economica e generando nuovi posti di lavoro. Di ciò è convinta persino l’Unione europea che interviene tramite sovvenzioni a favore di giovani imprenditori agricoli di determinate zone rurali.
L’attenzione al Paese arabo vede in prima fila, insieme ai francesi, anche gli italiani.
L’Unione coltivatori italiani (Uci), ad esempio, ha attivato un proprio ufficio in Tunisia per sviluppare scambi commerciali ed investimenti tra i due Paesi, rafforzando in particolare le relazioni tra le imprese e creando garanzie per un legame permanente tra il mondo imprenditoriale e le istituzioni tunisine ed italiane.
L’Uci, in tal senso, opera nell’identificazione dei potenziali partner e verifica il reale interesse da parte delle aziende selezionate, compie analisi sull’affidabilità finanziaria delle controparti, organizza incontri d’affari, trasferimenti in loco, mettendo a disposizione servizi d’interpretariato e traduzione, assistenza tecnica durante gli incontri e follow up dei risultati.
L’attività si completa con gli studi di fattibilità e le analisi di mercato, nonché nella ricerca di partner commerciali o di personale per le aziende, ma anche nella consulenza fiscale e tributaria, nei servizi “Gare d’appalto” (segnalazione delle gare, raccolta ed invio capitolato su richiesta), “Fieristico” (segnalazione di fiere; presentazione e allestimento stand su richiesta, ecc.) e “Finanziario” (assistenza ed analisi per linee di credito e finanziamenti vari).
L’Unione coltivatori italiani è inoltre promotrice del primo “Forum Hevo” 2015, presentazione del “Savoir faire tutto italiano” nella filiera dell’oliva. Si svolgerà a Sfax, presso la Fiera internazionale, il prossimo venerdì 15 maggio.
Le aziende italiane partecipanti potranno presentare ed esporre le loro tecnologie ed innovazioni, con la presenza di propri tecnici specializzati e con il supporto di audiovisivi; inoltre avranno uno spazio dedicato per poter ricevere i clienti interessati.
L’evento tratta tutte le argomentazione tecniche, dal terreno alla pianta, dal frutto all’olio, dallo stoccaggio al cliente finale. Nella sarà tralasciato. Saranno approfonditi e messi in evidenza, ad esempio, gli aspetti fondamentali per la qualità e per la certificazione del prodotto, sia agricola sia trasformativa, per la tracciabilità e le relative norme sanitarie.
Sul tappeto non mancheranno tematiche relative alla presentazione, al marketing, alla comunicazione e all’export.
L’evento offre l’occasione anche per acquisire informazioni sui supporti per il finanziamento, come la “linea di credito italiana” per l’acquisto delle attrezzature e dei servizi, e sulle agevolazioni in genere offerte dal sistema Paese, quali defiscalizzazione, incentivi sugli investimenti e sulle esportazioni.
La giornata si svolgerà in modo tale che per ogni specifica attrezzatura o specifico servizio/prodotto “l’azienda di riferimento” potrà ben presentarsi e sviluppare i contatti con eventuali clienti interessati.
Un catalogo espositori permetterà ad ogni azienda rappresentata di presentarsi al meglio, con ben quattro pagine dedicate. Ogni azienda, inoltre, avrà la lista dei partecipanti registrati e un elenco di almeno tre importatori selezionati per la distribuzione in Tunisia.
Il “Forum Hevo” 2015 rappresenta la prima tappa di un percorso di sviluppo del settore specifico dell’olio di oliva, iter che vedrà quale seconda tappa alla fine di ottobre 2015 la Fiera internazionale del Kram a Tunisi “Siamap” 2015 dove sarà realizzato uno stand espositivo dedicato e come terza tappa l’apertura della “Casa dell’oliva” prevista entro giugno 2016.
L’iniziativa fieristica si svolgerà in collaborazione con l’ufficio di sviluppo di Tunisi “Hub Agroalimentare” e con il sindacato agricolo tunisino “Synagri”. L’evento oltre a godere del patrocinio delle istituzioni italiane e tunisine vedrà un’importante partecipazione di produttori agricoli edi trasformatori: stime attendibili parlano di almeno 200 aziende presenti.