Nella notte tra sabato e domenica abbandoneremo l’ora legale e tornerà quella solare. Tutti gli orologi dovranno essere spostati un’ora indietro.Come nasce questa prassi internazionale? L’intuizione originale, per risparmiare energia e sfruttare le giornate più lunghe e con maggiore luminosità, risale a Benjamin Franklin, che già nel 1784 si pose la domanda di come ridurre la spesa in candele (l’illuminazione dell’epoca). L’entomologo neozelandese George Vernon Hudson nel 1895 presentò, alla Società Filosofica di Wellington, un documento in cui si proponeva, per la prima volta, uno spostamento in avanti di due ore negli orologi.
L’idea di Hudson venne ripresa nel Regno Unito nel 1916, per far fronte alle emergenze economiche provocate dalla Prima Guerra Mondiale. La Camera dei Comuni approvò infatti il cosiddetto British Summer Time, che durante l’estate spostava in avanti le lancette degli orologi di un’ora. Un’iniziativa di risparmio energetico, che venne imitata da altri Paesi, analogamente colpiti dalle esigenze di razionalizzazione e riduzione dei consumi imposte dal periodo bellico.
Anche in Italia l’ora legale nasce come misura di guerra, con il Decreto Legislativo luogotenenziale n. 631 del 25 maggio 1916. Durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1940 e il 1948, la normativa venne poi abolita e ripristinata più volte e ci fu anche un periodo – quello della Repubblica di Salò – in cui il Nord e il Sud del paese applicarono misure orarie differenti. L’ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965, in periodo di crisi energetica e all’epoca durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre. Una durata che venne estesa a sei mesi nel 1980 ed ebbe un ulteriore prolungamento di un mese nel 1996, quando, insieme al resto dei paesi europei, si decise di spostarne la fine all’ultima domenica di ottobre. La formalizzazione giuridica di questa pratica risale tuttavia solo al 2010, quando l’Italia, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento Europeo, con l’art. 22 della legge 96, fissò ufficialmente l’inizio dell’ora legale alle ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre.
L’ora legale non può “aumentare” le ore di luce disponibili, ma riesce a indurre uno sfruttamento migliore delle ore di luce naturale, che altrimenti andrebbero “sprecate” a causa delle abitudini di orario. D’estate, per intenderci, il sole sorge prima delle 7 (orario medio di sveglia per molti lavoratori e studenti) e l’ora legale, spostando avanti le lancette, consente di beneficiare di quell’ora di luce tra le 6 e le 7 e ritardare di un’ora l’accensione della luce elettrica alla sera.
Secondo le stime di Terna, la società che in Italia gestisce i flussi di energia elettrica sulla rete, ogni anno il risparmio consentito dall’ora legale è significativo. Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2012 ha permesso di evitare oltre 6 miliardi di kilowattora con una minore spesa pari a novecento milioni di euro. Nel solo 2015 il risparmio totale si è attestato a 552,3 GWh.