La situazione di pandemia ha ovviamente colpito anche il settore del latte ovino. Infatti il 2020 si era aperto all'insegna dell'entusiasmo per il Pecorino Romano e, grazie al buon recupero delle esportazioni realizzato nel 2019 (+29% in volume) e ad un conseguente alleggerimento delle scorte, i prezzi risultavano di oltre il 15% superiori rispetto ai 12 mesi precedenti.
Con l’epidemia, e l'introduzione delle misure restrittive, si è verificato un rallentamento dei volumi esportati, in particolare nei mesi di febbraio e marzo, e un ulteriore calo dei consumi interni, che hanno di fatto bloccato i listini all'ingrosso.
I prezzi del Romano sono fermi ormai da diverse settimane. La stagnazione delle quotazioni è dovuta anche all’incremento dell'offerta di Pecorino Romano rispetto alla precedente campagna, in parte determinato dal buon andamento della domanda estera – almeno fino a gennaio – in parte da un dirottamento della materia prima verso un prodotto a lunga stagionatura, considerando il blocco della domanda da parte del canale Horeca che ha penalizzato soprattutto i prodotti a shelf life ridotta. A maggio assistiamo ad un aumento della produzione di Romano pari al 19% rispetto al periodo cumulato ottobre 2018 – maggio 2019.