E’ notizia di oggi; nuovi blocchi del traffico previsti in molte grandi città d’Italia a causa dell’inquinamento atmosferico. Sì, ma qual è la città che maggiormente soffre? È Frosinone Scalo, secondo il dossier Mal’Aria presentato la settimana scorsa da Legambiente.
Il rapporto ha evidenziato un generale peggioramento nelle città analizzate, con 48 di loro “fuorilegge” per quanto riguarda le PM10 (oltre 35 giorni di sforamento nel 2015). Sono 90 le città monitorate nell’ambito di Mal’Aria 2016. La peggiore prestazione, dopo la città ciociara, è di Pavia (114 sforamenti), seguono Vicenza (110), Milano (101) e Torino (99). Le prime 3 città interessate (il 6% del totale) hanno superato la soglia consentita di tre volte quanto previsto.
La Regione con i livelli di smog maggiori è il Veneto, con il superamento dei 35 giorni di sforamento da parte del 92% delle centraline. Segue la Lombardia con l’84%, il Piemonte con l’82%, l’Emilia Romagna e la Campania con il 75%.
Un terzo dei capoluoghi analizzati ha superato il numero di giorni consentito (25) per lo sforamento dei livelli di ozono (dati 2014). Le peggiori in questo caso sono risultate Genova e Rimini (64 giorni oltre i limiti), seguite da Bologna (50), Mantova (49) e Siracusa (48).
Oltre il limite previsto per quanto riguarda gli ossidi di azoto sono risultati 10 capoluoghi (Torino, Roma, Milano, Trieste, Palermo, Como, Bologna, Napoli, Salerno, Novara). Necessari interventi che sappiano superare i momenti di emergenza.
Sembra difficile che l’emergenza smog si possa risolvere con interventi sporadici che di solito le amministrazioni propongono in fase d’emergenza, come targhe alterne, blocchi del traffico, mezzi pubblici gratis. Non sono interventi strutturati.
Soltanto interventi e politiche organiche di mobilità sostenibile, efficienza energetica e verde urbano sembrano dare, oggi, garanzia di risultati soddisfacenti.