Il trattore batte l’auto in termini di fruizione dell’innovazione. È quanto succede nelle campagne italiane, dove ormai quasi 1/5 (18%) degli agricoltori utilizza trattrici a guida assistita o semi automatica. E nel 38% dei casi la spesa per il nuovo mezzo 4.0 supera i 20mila euro. A dirlo, alla fiera Eima di Bologna, l’indagine Agricoltura 4.0 L’approccio delle imprese agricole italiane, realizzata da L’Informatore Agrario, Nomisma e FederUnacoma su un campione di 1034 intervistati su tutto il territorio italiano.
Il profilo tracciato dalla survey è quello di un agricoltore con piena consapevolezza del valore aggiunto dell’innovazione nei campi: se è vero che quasi 3 su 4 (72%) sono convinti che il mancato ammodernamento degli strumenti e dei processi porti a morte certa dell’azienda, ancor più (76%) sono quelli che affermano di aver operato cambiamenti in campo per favorire le rese a parità di mezzi tecnici impiegati.
Il quadro che emerge è di un agricoltore impegnato a rinnovare il proprio parco macchine con mezzi intelligenti soprattutto per evitare la sovrapposizione delle passate (56%) ma anche per mantenere una traiettoria diritta (19%) o eseguire correttamente operazioni multiple. Una propensione 4.0 confermata anche dagli investimenti futuri delle aziende agricole, con la maggior parte degli intervistati che oltre alla riduzione dei costi punta sull’organizzazione più innovativa dell’azienda in termini tecnologici.
Dall’indagine è infine possibile tracciare un identikit sull’agricoltore particolarmente attento ad un approccio innovativo: uomo, millennial (fino a 35 anni), titolo di studio medio-alto (diploma/laurea), utilizza quotidianamente internet per la gestione dell’azienda, è disposto a prendere denaro in prestito per coprire gli investimenti 4.0, lavora in un’azienda del Nord di medio-grandi dimensioni (oltre 50ha) e specializzata in seminativi.