Ieri, 4 Novembre, è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra l'UCI-Unione Coltivatori Italiani e l'Associazione Pubblica di Fedeli C.A.I.R.- Comitato Assistenza Istituzioni Religiose, Ente Ecclesiastico che opera sotto la vigilanza dell’Ordinario Diocesano dell’Arcidiocesi di Napoli, Sua Em.za Card. Crescenzio Sepe, finalizzato a promuovere e rafforzare sinergie volte al contrasto alle povertà e alla lotta contro lo spreco alimentare.
L’atto che si è andato a sottoscrivere rappresenta un unicum nel panorama italiano, anche e soprattutto per il ruolo che riveste il CAIR nel novero degli enti caritatevoli italiani. In questi anni la Diocesi di Napoli, per volontà dell’Arcivescovo, attraverso la Caritas Diocesana e del suo braccio operativo – appunto il CAIR – ha profuso un costante impegno per porre in essere tutte le politiche volte al contrasto alla povertà sia attraverso l’esecuzione di tutte le azioni necessarie, anche in termini di rafforzamento delle strutture materiali e immateriali necessarie per distribuire generi alimentari nell’ambito del programma comunitario gestito da AGEA, ma anche con l’aumento delle pratiche individuali e collettive orientate alla riduzione degli sprechi alimentari e al recupero delle eccedenze e dei beni alimentari, invenduti o non consumati, attuato attraverso collaborazioni con produttori e distributori alimentari.
Oggi CAIR, che è accreditato ad AGEA in quota Caritas Italiana, è l’unico Ente in Italia che svolge la sua attività con la forma giuridica dell’Associazione Pubblica di Fedeli (riconoscimento ottenuto direttamente dalla Santa Sede, in Italia ce ne sono solo due): ha ricevuto il riconoscimento della personalità giuridica da parte del Ministero dell'Interno e garantisce aiuto alimentare, per il tramite degli oltre 160 Enti associati, a circa 60.000 persone, operando con la distribuzione diretta delle derrate alimentari (sia fornendo alle 12 mense Caritas della città di Napoli gli alimenti necessari, sia consegnando alimenti direttamente per strada ai senza fissa dimora).
Oltre alle derrate alimentari, offerte in virtù della partecipazione ai Programmi Comunitari, il CAIR si avvale anche di donazioni da parte di operatori alimentari che usufruiscono dei vantaggi di cui alla recente normativa in materia. La L. 166/2016, c.d. legge Gadda, infatti agevola tutte le forme di donazione alimentare in favore degli Enti caritatevoli, garantendo agli operatori economici la possibilità di ottenere importanti sgravi fiscali e tributari per ogni donazione effettuata.
Proprio per tale motivo, il CAIR ha deciso di individuare un’Associazione di categoria seria ed affidabile, e la scelta è ricaduta sulla nostra realtà UCI, per avviare tutti i percorsi tesi ad attuare sinergie miranti al contrasto contro lo spreco alimentare anche divulgando le possibilità concesse dalla normativa richiamata. Il Protocollo, punto di arrivo di un percorso concretizzatosi in numerosi incontri preparatori tra il Presidente nazionale dell’UCI – Mario Serpillo – ed il Vicepresidente del CAIR, Avv. Giuseppe Longo (componente dell’Avvocatura dell’Arcidiocesi di Napoli), consente di avviare un confronto continuo tra la nostra Organizzazione ed il mondo degli Enti caritatevoli: in particolare, per il tramite di Caritas Diocesana Napoli, il protocollo consente di poter avviare un percorso di collaborazione con Caritas Italiana, punto di riferimento insostituibile in materia. Il Cardinale di Napoli, per il tramite del Presidente del CAIR Don Giuseppe Mazzafaro, ha portato al Presidente Mario Serpillo e alla famiglia UCI i suoi saluti, con l’augurio che l’accordo possa essere foriero di importanti risultati per la lotta alla emergenza alimentare.
Lo scorso 16 ottobre è stata, come ogni anno, la Giornata Mondiale dell’alimentazione, occasione per presentare il rapporto Sofi2019, il quadro che la Fao, organismo specializzato dell’Onu, produce per fare il punto sulla situazione – fame nel mondo. Ad oggi ci sono ancora 820 milioni di persone che non sanno se riusciranno a nutrirsi. “Se combiniamo il dato con il Rapporto Ocse del 24 ottobre scorso, secondo cui la metà della popolazione di 34 Paesi, sui 36 aderenti all’organizzazione, è obesa e lo mettiamo in relazione al fatto che circa un terzo del cibo che produciamo finisce nella pattumiera, abbiamo i segnali, inequivocabili, di un corto circuito alimentare”, le parole di Mario Serpillo, presidente nazionale dell’Uci che continua: “una persona che non ha la certezza di nutrirsi è una persona che va aiutata. Forti dell’insegnamento del mondo rurale, solidale ed inclusivo, noi non potevamo non intervenire, la nostra attenzione sul punto è e sarà massima”.