Aumentano i consumi di frutta tropicale nel nostro Paese, un vero cambiamento culturale in atto, che mette in risalto la produzione made in Sicily.
Se il frutto importato è sottoposto a una lunga catena di trasporto, raccolto ancora verde, con ripercussioni evidenti in termini organolettici e zuccherini, il prodotto siciliano, al contrario, viene colto nella fase finale di maturazione e dunque presenta maggiore aroma, gusto e colore, senza dimenticare le caratteristiche nutraceutiche superiori tipiche di un frutto arrivato a maturazione in pianta.
Altri aspetti positivi sono legati al minor utilizzo di fitofarmaci e ai prezzi al consumo molto inferiori rispetto al prodotto importato che sconta gli elevati costi del trasporto.
Tra i prodotti più coltivati sull’isola che meglio si adattano alle nostre latitudini abbiamo il mango, l’avocado e il litchi; ma non mancano le produzioni di banane, papaya, annona e tanti altri. L’indotto generato da tali produzioni è sempre più ampio: dalla trasformazione di frutta tropicale fresca alla ristorazione fino alla produzione di gelato.
Adatta a tutti, con le dovute eccezioni in base alle varietà, la produzione italiana di frutta esotica sembra avere davanti a sé un futuro prospero. Purché si eviti di espiantare gli agrumeti, sempre meno redditizi per i produttori, per fare posto.