Quasi il 15 per cento degli uccelli è a rischio di estinzione, così come lo è il 7,5 per cento di tutte le specie ittiche marine delle sue acque. Sono questi i dati contenuti nelle relazioni pubblicate dalla Commissione europea nell’ambito della Settimana verde 2015, la più grande conferenza europea dedicata alla politica in materia di ambiente, che esaminerà le cause alla base di queste tendenze e come combattere la perdita di biodiversità, conclusasi nei giorni scorsi.
Il vicepresidente Frans Timmermans, responsabile per lo sviluppo sostenibile, spiega: "Biodiversità significa salute e ricchezza. Dobbiamo quindi tutelarla perché sta alla base della qualità della nostra vita e della nostra economia; la biodiversità è sotto minaccia e dobbiamo assicurarci che sia adeguatamente protetta. La Settimana verde fornisce contributi preziosi per il controllo dell'adeguatezza delle direttive incentrate sulla natura, attualmente in corso. Ciò significa migliorarne le modalità di funzionamento e rendere più facile la loro applicazione, pur senza compromettere tutti quegli obiettivi così importanti per i nostri cittadini".
Il commissario Karmenu Vella, responsabile per l'Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, aggiunge: "Queste relazioni contengono alcune statistiche preoccupanti – ma dimostrano anche l'efficacia di azioni ben orientate per la protezione della biodiversità dalla quale dipendiamo. Dobbiamo trovare il modo di fare di più a partire dai successi già ottenuti, diffondendoli anche ad altri ambiti. La Settimana verde è un'eccellente opportunità per raccogliere contributi in vista dei prossimi passi".
Pubblicate dopo la recente relazione sullo stato della natura nell'Unione europea, queste ultime liste rosse (finanziate dalla Commissione europea) dipingono uno scenario altrettanto contrastato della vita selvatica nell'Unione e sottolineano l'urgente necessità di agire. Esse dimostrano anche che gli sforzi per migliorare gli ecosistemi vulnerabili possono risultare estremamente efficaci.
Malgrado alcuni successi nell'ambito della conservazione, molte specie ittiche sono in declino a causa di uno sfruttamento eccessivo, di cambiamenti nell'utilizzo del territorio, dell'inquinamento, dello sviluppo delle infrastrutture e dei cambiamenti climatici. Mentre il merluzzo bianco e il tonno rosso mostrano segni di ripresa, la gestione dell'ambiente marino è stata meno efficace per altre specie commerciali. Gli squali e le razze sono le specie più minacciate: il 40,4 per cento rischia l'estinzione e il 39,7 per cento è in calo demografico. Lo squadro (Squatina squatina) è a grave rischio di estinzione: una volta era presente ovunque nelle acque europee, oggi si trova solo intorno alle isole Canarie.
Per quanto riguarda gli uccelli, il 13 per cento delle 533 specie esaminate (ossia 67) sono in pericolo, tra cui 10 a grave rischio di estinzione (il più alto livello di vulnerabilità). Tra queste anche specie emblematiche come la pavoncella gregaria, lo zigolo dal collare e il chiurlottello. Interventi di conservazione mirati promossi da iniziative a livello unionale hanno però conseguito risultati positivi: 20 specie precedentemente a rischio sono attualmente classificate come a rischio minimo, come il pellicano riccio, l'occhione comune, il nibbio bruno e il falco grillaio.
Che cosa sta facendo l'Unione europea per proteggere la biodiversità? La strategia per la biodiversità dell'Unione europea prevede una serie di interventi per arrestare e invertire, entro il 2020, la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici. La Commissione è attualmente impegnata in una valutazione intermedia della strategia, che si propone di individuare eventuali settori che possono essere migliorati.
La Commissione sta anche effettuando un controllo dell'adeguatezza della legislazione incentrata sulla protezione della natura. Almeno questo si legge nei comunicati diffusi dagli organismi comunitari.
nella foto di Eligio Mariano Testa, Unaat Sardegna; piro piro piccolo