Assistiamo in questi giorni ad un duplice, violento attacco da parte degli agenti atmosferici, in particolare dall’acqua. Abbiamo ancora negli occhi le immagini, terribili, delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna. La portata della devastazione di questi fenomeni è strettamente correlata alla calamitosa situazione di siccità che perdura oramai da molti mesi.
“Malgrado la quantità di pioggia caduta in sole 36 ore sia stata eccezionale, con alcune zone che hanno registrato anche i 200 mm, va sottolineato che l'anno in corso resta, ad oggi, il più siccitoso degli ultimi vent'anni. D’altra parte, i terreni secchi diventano incapaci di assorbire precipitazioni molto abbondanti che cadono in poco tempo e l’acqua scorrendo in superficie, causa allagamenti, smottamenti e danni alle infrastrutture”, le parole del presidente Mario Serpillo. Non possiamo dimenticare l’impatto del cambiamento climatico in corso né tantomeno l’esistenza del dissesto idrogeologico, colpevolmente ignorato da anni ed oramai diffuso su tutto il territorio.
È questo il momento delle misure concrete. Per il presidente dell’UCI, “bisogna partire da un piano idrologico nazionale per l’approvvigionamento idrico ed un ente unico per il monitoraggio delle risorse e dei consumi idrici nazionali, che in primis affronti lo “scandalo” della dispersione nella rete idrica nazionale, che determina uno spreco del 40% di acqua. Contestualmente è necessario adottare una politica di previdenza idrica che – dagli usi civici, a quelli produttivi (agricoli ed industriali) conduca ad una consistente riduzione dei consumi”.
L’altro aspetto cruciale della questione è come affrontare quei fenomeni che i cambiamenti climatici in corso ci stanno abituando a considerare una sconvolgente consuetudine. “In primo luogo, le alluvioni provocate da piogge improvvise e torrenziali. È fondamentale in tal senso adottare misure preventive e di adattamento per affrontare il cambiamento climatico al fine di contenere i danni futuri”, ha continuato il leader di Via in Lucina.
Tra le priorità assolute va sicuramente praticato un controllo ed una cura costante del territorio, a partire dalla manutenzione degli argini dei fiumi. Un’altra necessità improrogabile è quella di porre fine al consumo del suolo, in primo luogo perché le piogge permeando il terreno ed adeguatamente convogliate, contribuiscono significativamente alla ricarica delle faglie e non secondariamente perché sulle superfici lisce (di tipo cementizio o similari) l’acqua scivola via scorrendo e aumentando di potenza.
Infine, bisogna provvedere immediatamente a dotare il paese di una efficiente rete di invasi disseminati su tutto il territorio; come pure di tutti quei sistemi di raccolta e di recupero delle acque con il duplice vantaggio di contrastare la dispersione idrica, e dunque far fronte alla siccità, e di riuscire a convogliare le acque rendendole, in caso di precipitazioni eccezionali, meno prorompenti e devastanti.
Di recenti, il dott. Nicola Dell’Acqua è stato nominato commissario straordinario contro la siccità. L’augurio è che possa svolgere un ruolo propulsivo verso la messa in atto di interventi efficaci nell’ambito di una strategia razionale.