Un dato indubbiamente conseguente alla crisi e alla ricerca di un lavoro concreto, ma anche un segnale di speranza per un futuro più verde e all’insegna della sostenibilità e dei beni primari.
In Sardegna sono oltre millecinquecento i giovani che negli ultimi due anni hanno scelto l’agricoltura come professione, attivando nuove imprese. Altri cinquecento lo faranno nel corso del 2015.
Questi sono i numeri diffusi da Gianni Ibba, direttore generale di Argea, l’agenzia regionale che gestisce gli aiuti al settore, nel corso di un convegno svoltosi nei giorni scorsi presso le cantine Sedilesu, specializzate anche in biologico e biodinamico.
I lavori hanno certificato i numeri dei giovani imprenditori agricoli in costante crescita, fenomeno accompagnato dal rinnovato interesse per la natura e per i prodotti genuini.
Fenomeno che trova una sponda favorevole nelle scelte previste dalla Pac, la politica agricola comune che disegnerà il futuro del settore fino al 2020 nei 28 Paesi dell’Unione europea. L’Italia sarà chiamata a gestire una cifra imponente di qui al 2020, come è stato ricordato nel corso del convegno: 52 miliardi di euro, ripartiti tra fondi europei (48 per cento), statali (36 per cento) e regionali (15 per cento). Alla Sardegna sono destinati un miliardo e 308 milioni di euro, con una partecipazione della Regione Sardegna per 204 milioni (quasi il doppio del precedente periodo di programmazione 2007-2013).