Perché la festa
La festa di San Valentino venne istituita ufficialmente nel 496 d.c. da Papa Gelasio I. E si trattò, potremmo dirla così, di un gesto di convenienza. Il vero scopo del Pontefice non era infatti inventarsi un Santo che proteggesse gli innamorati, ma piuttosto far "sparire" una festa pagana che diventava sempre più imbarazzante e poco aderente alla moralità cristiana, i lupercalia, riti pagani dedicati al Dio della fertilità Fauno, nella sua accezione di Luperco, protettore del bestiame e dei campi.
Tradizionalmente, infatti, il 15 febbraio, si celebrava la rinascita della natura, la sovversione delle regole, la distruzione dell’ordine precostituito, perché la società potesse purificarsi e rinascere ogni anno. I servi prendevano il posto dei padroni, si indossavano maschere e le donne romane si sottoponevano ai colpi delle verghe, vibrati da uomini per lo più svestiti: la convinzione era che questo rituale propiziasse la fertilità.
In aperto contrasto con la moralità cristiana, i lupercalia vennero aboliti e furono sostituiti da Gelasio I con l’istituzione di una giornata dedicata all’amore romantico, seppur sempre fertile e fruttuoso. E la associò idealmente alla protezione di San Valentino, anticipando il tutto di un giorno per destabilizzare le abitudini pagane.
San Valentino, la leggenda
Ma San Valentino chi era? Nato a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C., Valentino era un vescovo martire. Certo la festa di San Valentino come la conosciamo oggi non è certo quella stabilita da Gelasio I. Nel XV secolo Carlo, duca d’Orleans, mentre era prigioniero nella Torre di Londra, scriveva bigliettini d’amore alla moglie, chiamandola “dolce Valentina”, rifacendosi a un verso dell’Amleto di Shakespeare. Ofelia, infatti recita: “Domani è san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra, voglio essere la tua Valentina”. Da qui, l’idea nata in tempi moderni, di scambiarsi messaggi d’amore in occasione di San Valentino.
La cosa che, per molti, forse non è ancora molto chiara è il perché San Valentino sia stato scelto come patrono degli innamorati. Qui, purtroppo, le versioni sono svariate e non vi è alcun dato certo sui motivi e sulle ragioni di questa scelta.
Secondo alcuni, il Santo sembra essere legato alla storia d’amore tra un prigioniero e la figlia del custode della prigione dove il giovane era recluso. La storia, legata ai miracoli di San Valentino, narra che il detenuto pregò così tanto per l’amata che la giovane non vedente riacquistò la vista.
Secondo altre fonti, invece, San Valentino fu il primo a celebrare l’unione tra una cristiana e un legionario pagano. Il vescovo, però, pagò cara questa decisione tanto da essere giustiziato, diventando così simbolo dell’amore e, di conseguenza, santo.
Un’altra leggenda legata a San Valentino narra di un gesto benefico: il santo avrebbe donato una somma di denaro a una giovane donna che, altrimenti, non si sarebbe potuta permettere il matrimonio rischiando così la perdizione, vista la mancanza di altro sostegno.
Nonostante tutte queste storie sembra, però, che il vero motivo per cui San Valentino sia diventato il patrono degli innamorati sia legato all’autore dei Racconti di Canterbury: Geoffrey Chaucer. Lo scrittore, alla fine del ‘300, scrisse un poema in 700 versi – The Parliament of Fowls – in occasione delle nozze tra Anna di Boemia e Riccardo II dove appunto, si associa Cupido a San Valentino.
Secondo alcune teorie fu, invece, la natura a legare la festa di San Valentino al 14 febbraio: nel Medioevo gli uccelli iniziavano la stagione dell’amore e degli accoppiamenti a metà febbraio, celebrando così gli innamorati.
Forse oggi possiamo dire che la ricerca delle fonti non ci interessa più tanto. Meglio, molto meglio, scegliere con cura qualcuno con cui condividere i festeggiamenti, perché sia San valentino ogni giorno!