Al convegno “Mandorlicoltura superintensiva. Innovare per competere nel mondo”, tenutosi a Salemi, i relatori si sono confrontati sulle opportunità che può offrire la diffusione di questa particolare tecnica di coltivazione.
Vi hanno preso parte oltre 200 persone, interessate all’introduzione di nuovi sistemi di coltivazione sul territorio, suscettibili di recare reali benefici all’economia locale. Ricordiamo infatti che siamo vicini alla presentazione dei bandi per il Piano di Sviluppo Rurale in Sicilia.
Affrontati nel dettaglio gli aspetti tecnici e agronomici, ma anche e soprattutto commerciali, in relazione alla possibile introduzione nel Trapanese, e in tutta la Sicilia Occidentale, dei nuovi sistemi di mandorlicoltura superintensiva. In questo momento vi sono numerosi agricoltori e viticoltori che hanno venduto i catastini, soprattutto al nord, e hanno terreni vuoti e inutilizzati: le mandorle potrebbero essere l’alternativa ideale per contrastare la crisi e produrre un reddito soddisfacente.
Ed è proprio per la necessità di rispondere alla crisi delle imprese agricole siciliane che è stato pensato il Convegno di Salemi: informare agricoltori e imprenditori sulle potenzialità dei nuovi sistemi utilizzabili nella coltivazione del mandorlo e sulle opportunità derivanti dai contributi del Piano di Sviluppo Rurale e da un investimento in un settore alternativo e redditizio.
“I nuovi sistemi introdotti nella mandorlicoltura – ha spiegato Giuseppe Rutigliano, agronomo e relatore del Convegno – permettono la produzione di una quantità di mandorle tale da ricavare 20mila euro per un solo ettaro di terreno. E non è da trascurare il reddito proveniente dalle parti di scarto del frutto, come il mallo e il guscio”.
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