Presentato ieri all’Auditorium di Roma il Secondo Rapporto alla città, il secondo di questa giunta, occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento delle politiche cittadine. Ad un parterre di pochi invitati (l’Uci era tra questi), il primo cittadino ha evidenziato la spinta propulsiva che la giunta sta imprimendo alla Capitale. Se lo scorso anno la parola d’ordine era “ripartire” per quest’anno si è scelto un verbo diverso, “trasformare”. La città in questo momento vede aperti oltre 1000 cantieri, per lo più in vista della ricorrenza giubilare del 2025, è ciò ovviamente provoca non pochi disagi. Ma per Gualtieri “è un male necessario”; senza cantieri non ci sarebbe rinnovamento.
Si è parlato di Metro D, del rilancio del turismo, della lotta agli abusivi e della proiezione internazionale che Roma deve avere. Non è mancato un accenno al termovalorizzatore, che tanto ha fatto discutere anche la maggioranza stessa.
Sul fronte del food la visione si ampia e restituisce un quadro che cerca di sposarsi con il territorio. Verranno assegnati terreni incolti ai giovani e si studiano partnership in grado di favorire occupazione e salvaguardia dell’ambiente allo stesso tempo. Molto importante in tal senso la prima convocazione del Consiglio del Cibo, strumento fondamentale per realizzare la Food Policy per Roma, che ha riunito oltre 150 realtà associative. Obiettivi? Contrastare lo spreco alimentare e valorizzare le filiere locali. In agenda anche il decentramento amministrativo per consentire ai cittadini una più agile partecipazione alle decisioni che regolano la cosa pubblica.
Roma vuole anche incentivare imprese e start up, attrarre investimenti e rilanciare la prospettiva Expo 2030, anche se Riad appare ancora in vantaggio. L’agenda del successore della Raggi, dunque, è davvero ampia e comprende tantissimi capitoli da portare avanti.