Quattro anni fa entrava in vigore CETA, il Comprehensive Economic and Trade Agreement tra l’Unione Europea e il Canada, il primo accordo commerciale stipulato dall’UE con un altro Paese del G7. Ha subito avuto una portata molto ambiziosa, ha previsto la più estesa liberalizzazione tariffaria nella storia dei negoziati commerciali dell’UE, disposizioni vincolanti sul mantenimento di elevati standard ambientali e sociali, e anche la liberalizzazione di importanti settori dell’economia, nonché l’abbattimento delle barriere non tariffarie e la tutela della proprietà intellettuale.
Ne sono particolarmente convinti ad Assolatte; “il vantaggio più evidente per consumatori e imprese è arrivato dall’abbattimento dei dazi. In particolare, già con l’entrata in vigore venivano liberalizzate il 90% (Canada) e il 92,2% (Unione Europea) delle linee tariffarie sui prodotti agricoli e agroalimentari”.
Il settore lattiero caseario è un ambito delicato dell’Accordo per la presenza di una forte produzione locale canadese. Ciò non ha impedito al CETA di riservare ai formaggi UE un contingente export che ha previsto l’ingresso in Canada, a dazio zero, di ulteriori 17.700 tonnellate annue, di cui 16.000 indirizzate ai formaggi di qualità.
Complessivamente, dunque, rispetto al pre-CETA, i quantitativi UE ammessi a condizioni agevolate sono più che raddoppiati, raggiungendo le 31.900 tonnellate e le imprese italiane hanno saputo cogliere questa opportunità.
I dati parlano chiaro, informa Assolatte: nel 2020 l’export di formaggi italiani ha sfiorato le 7mila tonnellate, con un aumento del 35% sul 2017, anno in cui l’accordo è diventato operativo. Una significativa progressione che ha riguardato pressoché tutte le categorie di formaggi, a cominciare dalla Mozzarella, cresciuta di 9 volte, e dal provolone (con un exploit del 232%). Incrementi considerevoli anche per grattugiati (37%), Asiago (28%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (27%), altri formaggi freschi (27%), Gorgonzola (25%) e Pecorino (11%).
Stime Assolatte suggeriscono un nuovo primato anche nel 2021, visto che dell’export dei formaggi italiani in Canada sta registrando un tasso di crescita del 5%.
“Ci sono altri due elementi fondamentali dell’accordo CETA da sottolineare – ricorda il Presidente di Assolatte – il primo è la lotta all’italian sounding, il secondo è il riconoscimento e la tutela delle principali denominazioni DOP e IGP europee, dove i formaggi italiani fanno la parte del leone. Un aspetto di non poco conto, essendo il Canada tradizionalmente estraneo a questo sistema di valorizzazione dell’origine".