"Le proposte di regolamento relative alla qualità presentano un vivo interesse per l'Italia" ha sostenuto il ministro, in merito al Pacchetto Qualità, durante la riunione del Consiglio dei ministri UE dell'agricoltura e della pesca a Lussemburgo.Per l'Italia, "riguardo al tema delle indicazioni d'origine nell'etichettatura ritengo che la Commissione abbia inserito una disposizione che consentirà di valutare l'opportunità di introdurre tale obbligo per alcuni prodotti". Si tratta di una disposizione assai equilibrata e prudente, che non introduce nel breve periodo alcun nuovo obbligo, ma si limita a porre le condizioni di un successivo esame della materia.
"Ebbene, ha concluso il Ministro, tale proposta suscita resistenze da parte di alcuni Stati membri e la discussione a livello tecnico non registra finora sostanziali progressi". "Garantire la qualità ai consumatori e un prezzo equo agli agricoltori sarebbe il duplice obiettivo del Pacchetto Qualità proposto dalla Commissione Europea, un insieme di misure sui regimi di certificazione e sulle norme di commercializzazione". In pratica, il Pacchetto Qualità prevede una proposta di nuovo regolamento sui regimi dei prodotti agricoli, mirato ad armonizzare i diversi standard dentro la UE, e prevede accresciuta importanza alle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche protette (DOP e IGP), un nuovo regime per le specialità tradizionali garantite (STG) e, finalmente, un quadro generale di riferimento per certe indicazioni di qualità che sono oggi poco più di slogan commerciali, tipo "allevati all'aperto" e "spremitura a freddo". "C'è poi una proposta volta a estendere l'obbligo dell'indicazione in etichetta del luogo di produzione, e linee guida sulle buone pratiche applicabili ai sistemi di certificazione volontaria e all'etichettatura dei prodotti. Alla fine, come detto sopra, si tratta ancora e pur sempre di una proposta, che dovrà essere approvata, al termine della procedura che prevede la co-decisione di Commissione, Parlamento e Consiglio, entro il prossimo mese di luglio". Le prudentissime parole del rappresentante italiano rispecchiano la preoccupazione che il Pacchetto possa essere svuotato di significato, per lo scarso interesse di alcuni governi UE, maggiormente sensibili alle ragioni delle industrie di trasformazione che al benessere dei consumatori, anzichè rafforzare la tutela delle origini geografiche e delle specialità tradizionali, che è invece fortemente sentita dall'Italia.
Che la situazione sia spinosa, lo si capisce pensando alla vicenda del regolamento sull'etichettatura delle carni, che prevedeva l'indicazione obbligatoria all'origine non solo per tutti i tipi di carne fresca, ma anche per gli ingredienti a base di carne nei prodotti trasformati, i prodotti lattiero-caseari, e gli altri alimenti trasformati se composti di un solo ingrediente (come la passata di pomodoro). Ma, a seguito di una difficile discussione fra i ministri dell'Ue in Consiglio, a febbraio, con il voto contrario dell'Italia, si è limitata l'etichettatura d'origine solo alle carni fresche (suini, pollame, ovini e caprini, oltre alla carne bovina a cui già si applica quest'obbligo). Il rischio, insomma, è¨ che da qui a luglio il Pacchetto Qualità perda di contenuto e valore.