La zootecnia italiana è sotto attacco. Oltre alla diffusione della peste suina africana (PSA), deve fronteggiare l’incremento dei focolai anche della blue tongue in Sardegna, dopo aver affrontato la brucellosi. Evidente il danno portato alle imprese allevatrici, ma non deve sfuggire anche il rischio per la sovranità alimentare del Paese, con prodotti della tradizione che vengono meno.
Psa, il Commissario ed altri possibili strumenti
Si è provveduto alla nomina di una struttura commissariale ad hoc per la Psa, ma sembra giunto il momento di valutare anche strumenti difensivi di altro tipo. Il pensiero corre veloce ai Fondi di mutualizzazione e di Stabilizzazione del reddito, strumenti innovativi di gestione del rischio in agricoltura, alternativi o complementari alle tradizionali polizze assicurative, che consentono agli agricoltori aderenti di beneficiare di pagamenti compensativi in caso di perdite economiche causate da avversità atmosferiche, fitopatie, infestazioni parassitarie ed epizoozie o da drastici cali di reddito.
Si tratta di strumenti di condivisione del rischio, già previsti dal Regolamento 1305/2013, ed attualmente confermati anche nel PSP [1]‘23-‘27 (sono inseriti tra gli interventi previsti all’interno dei Piani strategici nazionali della PAC, che ha individuato uno specifico intervento a livello nazionale denominato “SRF02[2] – fondi mutualità danni”, a sostegno dei fondi di mutualizzazione e gestito dal MASAF) che offrono, nel primo caso, la possibilità di proteggere l’impresa da perdite economiche derivanti dal verificarsi di avversità atmosferiche, fitopatie, epizoozie, infestazioni parassitarie, emergenze ambientali; nel secondo caso, tutelano il reddito derivante dall’attività agricola in relazione a drastici cali dello stesso.
Ebbene, In Italia ad oggi non risulterebbero attivi soggetti gestori nell’ambito zootecnico del fondo di mutualità epizozie. Ci sembra opportuno promuovere l’attivazione dei fondi di mutualizzazione da parte dei soggetti gestori, con l’accesso a strumenti per la gestione del rischio e i rischi di mercato, di cui agli strumenti e agli interventi SRF02 e SRF03 previsti nel PSP 23-27.
I fondi di mutualizzazione consentono di individuare compensazioni economiche in caso di perdite di produzione maggiore del 20%, causate da eventi climatici avversi, fitopatie, infestazioni parassitarie e malattie degli animali; pertanto mirano a favorire un approccio integrato alla gestione del rischio ampliando, attraverso il sostegno ai fondi di mutualizzazione, il ventaglio di strumenti a disposizione delle imprese agricole per la tutela delle produzioni agricole e zootecniche contro i rischi sanitari, fitosanitari, da infestazioni parassitarie e contro i rischi meteoclimatici e le emergenze ambientali, per i quali non siano disponibili adeguate coperture sul mercato assicurativo.
Soggetti che potrebbero attivare il fondo di mutualità – epizozie:
Cooperative agricole e loro Consorzi, società consortili, di cui ad art. 2015ter del Codice Civile costituite da imprenditori agricoli singoli e associati, Organizzazioni di produttori (OP), Unioni di OP, Consorzi di difesa e loro forme associate, reti di impresa costituite in prevalenza da imprese agricole che intendono costituire Fondi di mutualizzazione, cioè fondi attraverso cui gli agricoltori attivi affiliati (come definiti in ambito PAC) possono beneficiare di pagamenti compensativi in caso di:
– perdite economiche causate da avversità atmosferiche, o da insorgenza di focolai, epizoozie, o fitopatie da infestazioni parassitarie, o dal verificarsi di emergenze ambientali;
– drastico calo di reddito.
L’intervento sui servizi fitosanitari nazionali
Con la neonata Commissione europea, ci appare indispensabile innovare e rafforzare i servizi fitosanitari dei Paesi Membri, per irrobustire la protezione delle piante e dei prodotti vegetali dall’introduzione di organismi nocivi da Paesi Extra Ue, salvaguardare l’agricoltura e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. È necessario anche innovare i singoli Servizi fitosanitari, per prevenire, con nuovi strumenti, e di concerto con gli altri Servizi fitosanitari degli Stati membri, l’introduzione di patogeni che possano compromettere le nostre produzioni agricole, come purtroppo accaduto con l’ingresso e la diffusione della Xylella fastidiosa sull’olivo, che ha colpito irreparabilmente milioni di olivi anche secolari e deturpato il paesaggio rurale. Una richiesta che l’UCI ha avanzato già in altre occasioni, ad esempio in occasione di una recente audizione presso la Comagri e dedicata al batterio Xylella o in occasione di un’audizione sulla castanicoltura.
Il tema vaccinale
L’Uci ritiene cruciale un altro tema; senza un vaccino adeguato l’unico modo per controllare la diffusione dell’agente patogeno è quello di attuare rigorose misure di biocontrollo che includono, tra l’altro, il rapido abbattimento del bestiame infetto.
L’epidemia, che riguarda diverse regioni, ha già causato migliaia di abbattimenti in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, con 27 focolai attivi e una crescente preoccupazione tra gli allevatori.
Purtroppo, la PSA non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di emergenze che affliggono il settore. Non stiamo affrontando solo la peste suina africana, ma anche la blue tongue e la brucellosi, mentre nei nostri uliveti contiamo i danni della mosca olearia e della Xylella. Quella in atto è una crisi che non deve più essere trattata come una serie di emergenze isolate, c’’è bisogno di linee guida nazionali, di interventi guidati da una strategia centralizzata.
L’argomento ci porta inevitabilmente a riflettere su altri temi correlati. Oggi dipendiamo da Paesi che non sempre rispettano gli standard di sicurezza alimentare. Le nostre eccellenze agroalimentari sono minacciate da una finanza globale che specula sulla salute umana e ambientale, minando la nostra sovranità alimentare.
[1] Piano strategico Nazionale, cfr. https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/24037
[2] Strumenti di gestione del rischio, v. https://www.reterurale.it/PAC_2023_27/SRF