Per la politica agricola comune si prevede uno stanziamento di 418,4 miliardi di euro complessivi, ovvero 59,8 miliardi all'anno dal 2014 al 2020. Qualcuno si è però messo a calcolare la differenza tra valori nominali e reali tenendo conto dell'inflazione pluriennale: ecco perchè varie fonti hanno parlato di un valore in termini reali attestato sui 371,7 miliardi; questa cifra da un lato indica che la Politica agricola comune (PAC) rimane pur sempre la maggior voce di spesa comunitaria e la maggiore a pesare sui contribuenti, costituendo il 36% circa del bilancio dell'Unione Europea. Al tempo stesso, esiste senz'altro un processo di ridimensionamento della stessa PAC. La PAC, insomma, è pur sempre un pachiderma, ma in dimagrimento, e si discute se debba ancora calare, o se invece ulteriori tagli siano destabilizzanti per l'agricoltura europea.
In un incontro preliminare con gli europarlamentari della commissione Agricoltura dell'Europarlamento, il commissario all'Agricoltura, il romeno Ciolos, ha reagito alle critiche spiegando con una parte dei fondi europei tagliati ritorneranno al mondo agricolo in maniera qualitativa attraverso i cosiddetti settori paralleli, cioè quelle voci di bilancio che non fanno parte della PAC, ma che comunque vanno a finanziare attività agricole direttamente o indirettamente: aiuti agli indigenti, sicurezza alimentare, riserva per le crisi di mercato, fondo per la globalizzazione e fondo di ricerca e sviluppo, per un totale di 17,1 miliardi (se volete 15,2, sempre per i ragionieri dell'inflazione e del valore reale). Ci sono 2,5 miliardi per i fondi agli indigenti (un tema piuttosto spinoso, su cui gli Stati europei si sono spesso divisi ); 2,2 miliardi per la prevenzione delle malattie fitosanitarie e 3,5 per le crisi sanitarie che abbiano ricadute in agricolture (come il caso del "batterio-killer o dell'influenza avicola).
Una novità è costituita dai nuovi capitoli di spesa per la globalizzazione e per la ricerca. Il primo è un fondo che mira a compensare le fluttuazioni legate a quelle dei mercati internazionali, insomma uno strumento per bilanciare la graduale apertura al mercato-mondo dell'agricoltura europea, che sinora la Pac aveva "blindato" dalla concorrenza dei prodotti asiatici, africani e americani. Il secondo è dedicato alla ricerca applicata all'agricoltura: finanziamenti al 100%, cioè senza ricerca di cofinanziamento locale, per 5,1 miliardi. Tra le novità "qualitative", il 30% del sostegno diretto agli agricoltori sarà condizionato al greening delle attività agricole, insomma al passaggio a pratiche ecosostenibili.