L’Italia penultima in Europa per le politiche ambientali, secondo uno studio realizzato da due associazioni non governative europee, la Transport and Environment e Carbon Market Watch. Un risultato allarmante emerso dopo la comparazione delle emissioni inquinanti dei vari stati che boccia in tutto il nostro Paese.
Al primo posto c’è la Svezia, seguita da Germania e Francia: in queste nazioni le politiche ambientali sono perfettamente in linea con gli obiettivi dell’Accordo sul Clima di Parigi (COP21) firmato nel 2015. Polonia all’ultimo posto poiché continua a usare il carbone e poi, in penultima posizione assieme all’Italia, ci sono Spagna, Romania, Croazia, Repubblica Ceca, Lituania e Lettonia.
Questo risultato per il nostro Paese va in netto contrasto con ciò che era stato deciso a Parigi. Sebbene nel 2004 l’Italia avesse registrato una diminuzione delle emissioni totali importate e un aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, la famosa “Quarta Rivoluzione Industriale” all’insegna del green non sembra sia mai stata nemmeno iniziata.
I principali responsabili dello smog e dell’inquinamento in Italia sono i mezzi di trasporto e gli edifici: gli italiani vivono così in condizioni di rischio visto che le norme sul rispetto della qualità dell’aria vengono continuamente violate e Bruxelles è stata costretta ad aprire un contenzioso con il Bel Paese su ll’argomento.
Per cercare di sbloccare la situazione, l’impegno dovrebbe aumentare con una riduzione al 20% entro il 2020, tanto per cominciare, cosa che molte nazioni hanno già raggiunto, ma non l’Italia. C’è ancora molto da fare quindi per respirare meglio e non intossicarci con lo smog.