Va avanti l’iter per introdurre la sperimentazione dell’indicazione obbligatoria dell’origine per la filiera grano pasta in Italia. E’ stato inviato a Bruxelles lo schema di decreto sulla materia.
Il percorso autorizzativo previsto ha l’obiettivo di arrivare a un modello di etichettatura che consentirà di indicare al consumatore, sulle confezioni di pasta secca prodotte in Italia, il Paese o l’area dove è stato coltivato il grano e quello in cui è stato macinato. Il decreto in particolare prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
b) Paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi Non Ue, Paesi Ue E Non Ue.Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non Ue”. Queste indicazioni sull’origine sono apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed indelebili.
I NUMERI DEL COMPARTO CEREALICOLO – La filiera grano pasta italiana rappresenta uno dei settori più importanti per il Made in Italy agroalimentare, con numeri importanti:
- produzione di grano duro italiano circa 4 milioni di tonnellate;
- produzione di pasta 3,4 milioni di tonnellate, che rendono l’Italia il principale produttore mondiale;
- valore della produzione oltre 4,6 miliardi di euro;
- valore dell’export 2 miliardi di euro.
LE PRINCIPALI AZIONI A SOSTEGNO DEL SETTORE CERALICOLO – Fondo da 30 milioni di euro per l’avvio del piano cerealicolo nazionale per il triennio 2017-2019. Per aumentare qualitativamente l’offerta di grano italiano si prevede il sostegno per incrementare la sottoscrizione di contratti di filiera, capaci di garantire una più equa remunerazione del lavoro agricolo e contenenti parametri qualitativi del grano duro conformi con le esigenze produttive dell’industria pastaria. Per questo è previsto un aiuto di 100 euro ad ettaro per produttore nei limiti del regime ‘de minimis’. L'obiettivo è aumentare del 20% le superfici coltivate coinvolte passando da 80.000 a 100.000 ettari.