I consumatori vedono all'orizzonte una Pasqua di rincari. L’inflazione sui beni alimentari è al 13,2%, il carrello della spesa segna ancora più 12,7%. Sono i due numeri che, ancor più della stima di un’inflazione al 7,7%, colpiscono le associazioni dei consumatori, perché si tratta di ricadute pesanti.
Secondo Federconsumatori, il rallentamento della crescita dei prezzi è determinato principalmente dalla frenata dei costi energetici, ma continua a determinare ricadute estremamente onerose per le famiglie. Secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, si tratta di quasi 2.300 euro a famiglia.
Non bisogna dimenticare che tali aumenti pesano in misura maggiore per le famiglie meno abbienti: questo non fa altro che aumentare le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà. Le famiglie cercano di organizzarsi con strategie di risparmio sempre più marcate: il 47% dei cittadini ricerca con assiduità sconti, offerte e promozioni e l’11% fa maggiori acquisti nei discount.
Il calo delle bollette di cui si stanno avvantaggiando anche le industrie non si è ancora trasferito su tutti i prezzi finali dei beni. In particolare, non è successo per i prodotti alimentari e per il carrello della spesa che restano con la stessa identica variazione tendenziale di febbraio, rispettivamente +13,2% e +12,7%. “Urge che i prezzi si abbassino e tornino ad essere normali e sostenibili per le famiglie. Il costo della vita sale ancora ed è sempre più insostenibile. Per una coppia con due figli, l’inflazione al 7,7% significa una stangata pari a 2306 euro su base annua, di cui 1015 solo per mangiare e bere, 1.062 euro per il solo carrello della spesa", la parole di Massimiliano Dona dell’Unione nazionale Consumatori.
E dietro l’angolo c’è la festività di Pasqua. Un appuntamento per il quale la frenata dell’inflazione registrata a marzo dall’Istat non salverà le feste pasquali delle famiglie italiane, che troveranno una brutta sorpresa nell’uovo di Pasqua.