L’Italia vende. Dal 9 giugno al 7 settembre l’Ismea lancia il quarto bando d’asta per rimettere in circolazione i terreni agricoli derivanti dalle operazioni fondiarie non andate a buon fine. Si tratta di una mappatura consistente, oltre 16mila ettari di terreni, 624 aziende agricole, il 70% al Sud.
Questo patrimonio è a disposizione di chiunque ma ci sono condizioni privilegiate per giovani e donne di ogni età: gli agricoli under 41 possono pagare il prezzo del terreno a rate per un massimo di 30 anni.
La Banca nazionale delle Terre Agricole (per consultare tutti i terreni all’asta) esiste dal 2016 e oltre ai terreni di Ismea raccoglie anche le superfici fondiarie appartenenti alle Regioni e ad altri soggetti pubblici. Dalla sua istituzione a oggi la Banca ha messo in vetrina 530 terreni, per un totale di 15.478 ettari: di questi, 8.345 ettari sono stati aggiudicati, con un incasso di 84 milioni di euro destinati a sostenere, per legge, nuovi interventi in favore dei giovani.
«In Italia oggi la terra pesa per il 60% sul valore dell'attivo aziendale – le parole del presidente dell’Ismea, Enrico Corali – la base fondiaria rappresenta quindi la più grande barriera di ingresso per chi vuole intraprendere un’attività agricola». Nonostante gli ultimi cinque anni abbiano visto crescere di molto il numero di aziende a conduzione giovanile, il tasso di ricambio generazionale è ancora piuttosto basso. Mentre in Europa ogni 100 capi azienda anziani, cioè con 65 anni e più, ci sono 32 giovani, in Italia siamo fermi a 19.
Rispetto alle precedenti edizioni, la gara d’asta presenta una novità: per i terreni ormai giunti al quarto incanto, che sono cioè andati invenduti durante le precedenti tre edizioni, si potranno presentare offerte anche al ribasso, purché il valore minimo non scenda al di sotto del 35% del valore a base d'asta. Rimane invece confermato il ribasso del 25% del prezzo per i terreni al secondo e terzo tentativo.
I terreni sono ubicati in prevalenza nelle regioni meridionali, con Sicilia, Basilicata e Puglia che da sole coprono oltre la metà delle superfici disponibili. Seguono la Toscana, con una quota del 17%, mentre il restante 9% è distribuito tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. Dei 624 terreni in vendita dal 9 giugno, 335 sono al primo tentativo di vendita, 93 al secondo, 115 al terzo e 81 al quarto.