A poco meno di due mesi dall'approvazione in Assemblea, il "Piano di regolazione dell'offerta" del Parmigiano Reggiano ha già largamente superato il 66% di adesioni da parte dei caseifici e degli allevatori, (complessivamente oltre 3.200), quota indispensabile affinché il piano possa ora andare al vaglio del Ministero delle Politiche agricole, cosa che dovrebbe avvenire entro l'anno. Il Comitato esecutivo del Consorzio ha prorogato al 15 giugno il termine per le accettazioni, per consentire la più ampia adesione dei tanti caseifici ed allevatori favorevoli, ma in ritardo rispetto alla consegna delle delibere.
Questo perché "l'adesione da parte dei singoli produttori – evidenzia il presidente del Consorzio di tutela, Alessandro Bezzi – è un fatto tutt'altro che formale. Da una parte, infatti, riafferma il valore riconosciuto ad una ordinata ed equilibrata gestione dell'offerta come primario strumento di valorizzazione del lavoro e dei redditi dei produttori, rendendone possibile l'applicazione; contemporaneamente, in una situazione molto critica per la filiera del latte in Italia e in Europa, il sistema Parmigiano Reggiano esce rafforzato nel suo rapporto con i mercati e nella valorizzazione di quelle "quote latte Parmigiano Reggiano" che – unico caso tra le Dop europee – sono state attribuite direttamente agli allevatori, generando nuovo e concreto valore per le imprese".
Il Registro quote latte Parmigiano Reggiano (QLPR) venne introdotto dal Consorzio nel novembre 2014 in vista della cessazione del regime europeo delle quote latte, che dall'aprile 2015 ha comportato l'azzeramento totale del valore di quelle stesse quote che per anni erano state oggetto di scambi e rappresentavano uno dei patrimoni via via costruiti dagli allevatori.
"L'aspetto più rilevante dell'operazione messa in atto dal Consorzio – prosegue il presidente Alessandro Bezzi – fu proprio l'assegnazione di quote latte per il Parmigiano Reggiano di esclusiva proprietà degli allevatori, che da quel momento hanno potuto ancorare l'attività produttiva ad un titolo reale ed esclusivo”.
La massiccia adesione dei produttori al nuovo "Piano di regolazione dell'offerta" 2017-2019, dunque, va a salvaguardare anche questo patrimonio che, in base ai valori attuali, corrisponde ad una capitalizzazione complessiva di circa 450 milioni di euro.
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