L'obiettivo è l'equilibrio tra la quota comprensoriale di riferimento e le quote latte assegnate ai produttori, meccanismo che ha consentito di fissare con chiarezza i livelli produttivi in capo al singolo allevatore (e non ai caseifici, come nel caso di altre dop), ma soprattutto di generare un nuovo valore reale per gli appartenenti alla filiera del Parmigiano, a seguito della cessazione del regime europeo sulle quote latte, evento che ha azzerato ogni possibilità di scambio e di cessione remunerata per quelle stesse quote.
Il nuovo piano prende a riferimento 17.550.000 quintali di latte, trasformabile nel comprensorio, garantendo però uno spazio di crescita fino al limite massimo di 18.250.000 quintali di latte, corrispondenti all'ammontare complessivo delle quote latte assegnate agli allevatori.
I produttori che rispetteranno la quota assegnata non saranno assoggettati ad alcuna contribuzione aggiuntiva, che invece scatterà modularmente in relazione allo sforamento, partendo da 5 euro per quintale latte sino al 3% di esubero per arrivare sino a 20 euro nel caso in cui la quota eccedente superi il 9%.