Mentre a Bruxelles l’argomento non è più in voga, complice anche le imminenti elezioni che sconvolgeranno gli assetti politici attuali, a Roma si parla di Pac del futuro. Il convegno L'agricoltura italiana e il nuovo modello di sostegno della PAC post 2020, organizzato dal CREA con il suo Centro di Politiche e Bioeconomia, insieme ad AIEAA, Associazione Italiana di Economia Agraria e Applicata e la rivista Agriregionieuropa, ha fornito alcuni spunti di riflessione significativi.
La nuova agricoltura che la PAC contribuirà a costruire sarà più resiliente, più sostenibile, più smart. Resiliente grazie ai pagamenti diretti e alle misure di mercato in grado di rafforzare rispettivamente i redditi agricoli e la produzione di beni pubblici e la competitività del sistema agricolo europeo.
Sostenibile grazie a più mirate misure ambientali per contrastare il cambiamento climatico e l'impatto dell’attività agricola sulle risorse naturali: una "architettura verde" in grado di favorire comportamenti sostenibili da parte degli agricoltori per il raggiungimento di target ambientali. Smart per via dell'impiego di innovazione digitale e tecnologica in grado di armonizzare sostenibilità e produttività, incremento della produzione e corretta gestione delle risorse naturali.
Da un punto di vista politico, la nuova PAC sarà all'insegna di una maggior autonomia degli Stati membri con proposte di flessibilità a loro vantaggio, più attente ai territori e ai diversi modelli di agricoltura presenti in Europa. E soprattutto in grado di affrontare con rapidità i cambiamenti di un'agricoltura in continua evoluzione, in grado anche di armonizzarsi con le politiche europee interconnesse, quali quelle relative all'ambiente, al cambiamento climatico, alla bioeconomia, agli aspetti sociali, all'alimentazione e alla salute.