Il percorso per la nuova Pac post 2020 è già iniziato da tempo, con la consultazione pubblica del 2 febbraio 2017, ed è proseguito il 29 novembre, con la comunicazione della Commissione europea sulla Pac post 2020 dal titolo “Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura”.
Si tratta di una serie di tappe che porteranno all’approvazione della nuova Pac entro il 2020 o più tardi se non si troverà l’accordo politico. In questo percorso, c’è una decisione a monte – la madre di tutte le scelte – che è il bilancio dell’Ue dopo il 2020, più precisamente chiamato Quadro Finanziario Pluriennale (QFP). Il Presidente francese Macron e la Cancelliera tedesca Merkel sono intenzionati a dare una svolta decisiva al futuro dell’Ue.
2018 anno forse decisivo
I prossimi mesi saranno decisivi anche per il futuro dell’Unione europea e della Pac. Fin da subito, saranno affrontati congiuntamente due importantissimi temi:
– le prospettive del bilancio finanziario dell’Ue per il periodo post 2020;
– il futuro della Pac post 2020.
La proposta sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale è stata anticipata al 2 maggio 2018 e le proposte legislative sulla Pac post 2020 sono state anticipate ai primi di giugno 2018.
Le decisioni sulle prospettive del bilancio comunitario dovranno rispondere ad alcune domande:
– quanta spesa per l’Europa dopo il 2020?
– quale contribuzione al bilancio tra i Paesi?
e soprattutto: quanta spesa per l’agricoltura?
La discussione sul bilancio sarà condotta dai capi di Governo e dai ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Ue, che notoriamente sono molto critici nei confronti della Pac e del suo rilevante peso nel bilancio comunitario. Sul tema grava pesantemente la Brexit, in quanto l’uscita del Regno Unito pesa circa 13 miliardi di euro sul bilancio comunitario.
C’è il rischio, quindi, che le scelte sul bilancio portino ad un ridimensionamento della spesa agricola. Il futuro della Pac quindi dipenderà molto dal dibattito sul futuro del bilancio dell’Ue.
Le nuove priorità dell’Ue
Il futuro del bilancio Ue scaturirà dalle nuove priorità politiche dell’Ue. Il dibattito si svolge in un complesso contesto geopolitico in Europa, tra cui la Brexit.
I leader europei hanno convenuto che l’UE spenderà di più per arginare l’immigrazione illegale, per la difesa e la sicurezza, nonché per il programma Erasmus+. Molti leader hanno sottolineato la costante importanza della politica di coesione, della politica agricola comune, degli investimenti in ricerca e innovazione e delle infrastrutture paneuropee.
In altre parole, ci sono tre priorità politiche che vengono prima della Pac: immigrazione, difesa, occupazione giovanile.
Per risolvere queste ed altre sfide, sono necessarie politiche e strategie globali a medio-lungo termine, sostenute da adeguati mezzi finanziari, a livello sia europeo che nazionale.
La Brexit costituisce la prima preoccupazione, non soltanto dal punto di vista finanziario (per la perdita di un importo pari a circa 13 miliardi di euro, in quanto il Regno Unito è contribuente netto).
A questo punto, si prefigurano due scenari:
– gli Stati membri contribuiscono maggiormente al bilancio post 2020;
– la Pac e la politica di coesione verranno tagliate.
Per quanto riguarda i tempi dei nostri negoziati, i leader hanno convenuto di accelerare il lavoro, rispetto ai negoziati precedenti. Ma trovare un accordo nel Consiglio europeo già quest’anno sembra davvero difficile.
La Commissione europea ha programmato la pubblicazione delle proposte legislative per la prima settimana di giugno 2018; l’obiettivo ambizioso è di giungere all’approvazione della nuova Pac per la primavera 2019.