"Siamo fortemente contrari alla possibile introduzione, da parte dell'Unione europea, di un tetto di aiuti agricoli destinati alle imprese più grandi da introdurre con la prossima riforma della Pac". Così le tre centrali cooperative agricole Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital in merito all'ipotesi di un tetto massimo per gli aiuti diretti alle aziende agricole, rilanciata dal Commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos nei giorni scorsi. "Si tratta di un provvedimento che non ha alcun senso – sottolinea la cooperazione agricola italiana – perchè le imprese che ricevono tali aiuti sono spesso frutto di percorsi di aggregazione con altre imprese, processi costruiti negli anni non senza fatica per accrescere la propria competitività sul mercato. Queste aziende, che rappresentano l'eccellenza nel campo agroalimentare, andrebbero maggiormente tutelate anzichè penalizzate con politiche che favoriscono solo la frammentazione".
"Una misura intelligente, già proposta nelle passate riforme ma mai attuata" – continua la nota delle tre organizzazioni cooperative agricole che associano circa 5.100 cooperative attive, oltre 720mila produttori, un fatturato di 32 miliardi di euro ed un'occupazione coinvolta di circa 90mila unità – dovrebbe essere invece quella dell'apposizione di un limite verso il basso, ponendo fine alla richiesta di premi comunitari di pochi centinaia di euro che finiscono solo per sperperare risorse utili e i cui costi burocratici superano di gran lunga i benefici. Invitiamo fin da ora la pubblica amministrazione italiana a prendere in seria considerazione l'opportunità di porre fine a pagamenti Pac inferiori a 500 euro/anno".
Secondo le tre centrali cooperative agricole, "gli eventuali risparmi derivanti da ipotetici tagli, verso il basso o verso l'alto, dovrebbero in ogni caso essere utilizzati per incentivare l'aggregazione dell'offerta di prodotti agricoli, attraverso misure di miglioramento della commercializzazione degli uffici di cooperative o altre forme societarie riconosciute come OP. Queste scelte “ concludono – potrebbero rappresentare una valida strategia per settori scarsamente organizzati e con più forte presenza di micro-pagamenti diretti come quello dei seminativi".