Si chiama “Scopri il marchio” l’iniziativa lanciata da Oxfam Italia, l’appendice della confederazione britannica di 17 organizzazioni non governative che lavorano con circa tremila partner in oltre 100 Paesi per contribuire ad individuare soluzioni alle povertà e alle ingiustizie. La sede italiana dell’organizzazione internazionale è ad Arezzo.
“Scopri il marchio” analizza le politiche sociali e ambientali delle dieci più grandi multinazionali dell’alimentare, al fine di stimolarle ad adottare o migliorare le proprie politiche così da influenzare positivamente il sistema alimentare globale rendendolo più equo e sostenibile.
Oggi nel mondo 900 milioni di persone soffrono la fame e 100 milioni sono bambini sotto i cinque anni. Più dell’80 per cento di queste persone, compresa la metà dei 215 milioni di bambini sfruttati, lavora per produrre cibo. Sullo stesso pianeta, nello stesso momento,1,4 miliardi di persone è in soprappeso e si consuma sempre di più: oltre 4.000 tazze di Nescafè, più di 19 mila Coca Cola al secondo. “Bastano queste cifre a rendere l’idea che il sistema alimentare è al collasso: ed è venuto il momento che anche le grandi imprese alimentari si assumano la propria responsabilità di ripararlo – spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia.
L’iniziativa “Scopri il marchio”, avviata a febbraio 2013 a livello mondiale all’interno della campagna globale “Coltiva” promossa dalla stessa Oxfam, tramite dati e documenti pubblicati dalle aziende investe sette aree tematiche, cruciali lungo la filiera agricola di produzione dell’azienda. Nel dettaglio:
● Piccoli produttori agricoli. In quest’ambito si valuta quanto l’azienda sia in grado di sostenere l’agricoltura di piccola scala guardando alla tipologia di produttori e di organizzazioni contadine da cui si approvvigiona: vengono prese in esame anche le politiche a sostegno di tale modello agricolo – ad esempio, ricerca, supporto tecnologico, ecc. – così come la qualità delle relazioni contrattuali e del rispetto dei diritti umani;
● Braccianti agricoli. L’attenzione è qui focalizzata sulle condizioni di lavoro e sul rispetto dei diritti umani di questa categoria di lavoratori fondamentali per la filiera produttiva dell’azienda: lavoro dignitoso, salari minimi, meccanismi di contrattazione collettiva sono alcuni degli ambiti di indagine per questo tema;
● Donne. Tema che si concentra sull’eguaglianza di genere nelle aziende agricole e nelle comunità rurali da cui l’azienda si rifornisce: l’importanza di un focus specifico sulle donne è dato dalla considerazione che la stragrande maggioranza della forza lavoro in agricoltura è composto da donne che spesso però si trovano in condizioni di maggiore vulnerabilità e soggette a pratiche discriminatorie;
● Terra. La gestione sostenibile della risorsa terra per la produzione di materia prima così come il rispetto dei diritti di accesso alla terra da parte delle comunità locali sono gli elementi cardine intorno a cui ruota l’analisi in questo specifico ambito;
● Acqua. Questo tema pone l’attenzione sull’uso responsabile della risorsa acqua sia in termini di sostenibilità ambientale sia in termini di diritto di accesso all’acqua da parte delle comunità locali per soddisfare i propri bisogni;
● Clima. Tematica che affronta il problema dei cambiamenti climatici e pone l’accento sulle politiche di mitigazione messe in atto dall’azienda – ad esempio, la riduzione di CO2 – ma anche di sostegno all’adozione di pratiche agricole più sostenibili nell’ottica di adattamento e resilienza del produttore agricolo di piccola scala;
● Trasparenza. Argomento fondamentale per un controllo efficace da parte dei consumatori: in questo ambito si valuta la completezza delle informazioni contenute nei Csr e la pubblicazione di dati quali la provenienza delle materie prime, la lista dei fornitori, i meccanismi di controllo e verifica verso i fornitori, la trasparenza in ambito fiscale.
La griglia di analisi per ciascun tema si divide in quattro macrocategorie, eccetto che per l’ambito “trasparenza” che segue una diversa impostazione:
1) Consapevolezza. L'azienda è consapevole delle problematiche principali relative a ciascun tema?
2) Conoscenza. L'azienda misura, monitora e valuta le questioni chiave relative a ciascun tema nella sua filiera di produzione?
3) Impegno. L'azienda si impegna ad affrontare le problematiche relative a ciascun tema così come emergono nella sua filiera di produzione?
4) Gestione della filiera. L'azienda richiede ai propri fornitori di rispettare politiche e pratiche pertinenti relative a ciascun tema?
Ad ogni categoria e per ciascun ambito tematico corrispondono degli indicatori a cui è associato un punteggio predefinito in base alla risposta (sì/no/parziale) che valuta la presenza o meno di politiche aziendali adeguate ad affrontare una determinata questione.
L’analisi di “Scopri il marchio” si svolge nei confronti delle multinazionali secondo l’approccio critical friends, quindi la griglia valutativa viene condivisa con le aziende per ricevere commenti ed eventuali integrazioni purché si tratti di informazioni rese pubbliche dalla stessa impresa.
Altro aspetto fondamentale dell’iniziativa è il coinvolgimento attivo dei consumatori che attraverso azioni di mobilitazione sui social network entrano in diretto contatto con le aziende per chiedere il cambiamento delle loro politiche. Lo scorso anno centinaia di migliaia di persone hanno appoggiato le azioni di mobilitazione, determinando un positivo effetto di pressione sulle dieci multinazionali del cibo, e ottenendo alcuni importanti impegni di miglioramento da parte di alcune di loro. Quale primi risultati di “Scopri il marchio”, Oxfam ha evidenziato come alcune multinazionali (Abf, Kellogg’s, Mars) siano nettamente più indietro di altre, come Unilever o Nestlé. Tuttavia, nessuna di queste aziende è oggi leader nella lotta alla fame e alla povertà.
“Eppure le dieci “Grandi Sorelle’ del cibo guadagnano, complessivamente, un miliardo di dollari al giorno: hanno tutta l’influenza economica, sociale e politica necessaria per fare la differenza nella lotta alla fame e alla povertà globale – insiste Elisa Bacciotti. “Per questo la campagna ‘Coltiva – Scopri il marchio’ ha lanciato un’azione pubblica rivolta ai consumatori, esortandoli a chiedere ai tre giganti del cioccolato – Nestlé, Mondelez e Mars – di proteggere di più le donne che lavorano nella filiera del cacao, realizzando un piano di azione per affrontare il problema della diseguaglianza femminile e promuovendo il loro accesso al credito, alla formazione e a migliori opportunità lavorative – aggiunge Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia. “E’ per questo che chiediamo ai consumatori: non di smettere di comprare i prodotti che amano, ma di sollecitare alle aziende a comportarsi in modo da restare all’altezza delle loro aspettative – continua Barbieri. “E’ l’enorme potere che abbiamo tutti noi: il potere di tante piccole azioni che contribuiscono a un grande cambiamento. Nessuna azienda è così potente da ignorare la voce dei propri consumatori – conclude il direttore generale di Oxfam Italia.
Nel dettaglio, i punteggi più elevati sono stati ottenuti da Nestlé (38/70), la multinazionale che detiene marchi come Nesquik, Nescafè, Nespresso, Orzoro, Buitoni e Motta Gelati, e da Unilever (34/70), con marchi quali Algida, Carte d’Or, Cafè Zero, Magnum, Calvè, Knorr, Tè Lipton. A seguire Coca Cola (29/70), che ha anche i marchi Fanta, Sprite, Minute Maid e Powerade, e la concorrente Pepsico (22/70), con marchi quali Pepsi, Gatorade, Lipton Ice Tea, Tropicana.
Quindi Mars (21/70); Mondelez, ex Kraft (20/70), con marchi quali Milka, Toblerone, Halls, Danone (20/70), proprietaria di Vitasnella, Activia, Actimel, Danacol, Danaos, Danette, Danito; Kellogg’s (16/70), marchi All-Bran, Coco Pops, Corn Flakes, Frosties, Rice Krispies, Special K; General Mills (16/70), marchi Cheerios e Haagen Dazs; Associated British Foods (Abf) (13/70), marchi Ovomaltina e Twinings.
Oxfam Italia applicherà la metodologia di “Scopri il marchio” anche alle due più grandi aziende del settore alimentare italiano, Ferrero e Barilla. L’obiettivo è di poter avere dei casi studio nazionali che, seguendo la stessa struttura di analisi dell’iniziativa globale, diano conto all’opinione pubblica del livello di sostenibilità sociale e ambientale delle filiere agricole di produzione di Ferrero e Barilla. Questa analisi è svolta direttamente da Oxfam Italia con il supporto pro-bono di un ricercatore della John Cabot University di Roma. Inoltre, nel quadro dell’adattamento italiano di “Scopri il marchio” a casi nazionali, Oxfam Italia ha presentato una proposta per avvalersi dell’esperienza di NeXt per poter sviluppare un ragionamento su come la metodologia di “Scopri il marchio” possa applicarsi più diffusamente alla realtà delle piccole e medie imprese italiane dell’alimentare, che costituiscono una leva importante dell’economia del nostro Paese.