Se è vero che la Cina è il mercato dell’oggi e del domani occorre conoscere in profondità le sue caratteristiche. Gli asiatici vogliono i kiwi grandi ma i cocomeri piccoli, ma l’imperativo dei consumatori cinesi è senz’altro “sperimentare”.
I consumi di ortofrutta crescono, parliamo di un target di età compresa tra i 26 ed i trent’anni, appartenenti alla classe media, con un livello di istruzione superiore, disposto a pagare per la qualità del prodotto, e che effettua il 42% degli acquisti di ortofrutta fresca online. Soprattutto le donne amano sperimentare; le signore cinesi cavalcano questa nuova tendenza che ha determinato un significativo calo delle vendite di frutta e verdura tradizionali cinese.
È quanto è emerso nel corso dell’Asia e Middle East conference, che ha rivelato una certa spinta dal basso della domanda di prodotto estero che solo in parte viene soddisfatta. Nel ranking dei Paesi fornitori di F&V in Cina, vuoi per i blocchi fitosanitari, vuoi per le difficoltà legate al trasporto, l’Europa si colloca al sesto posto mentre al primo posto ci sono i produttori del sudest asiatico con tendenza alla crescita per Australia e Nuova Zelanda che però operano in contro-stagione.
Diminuisce l’export da Thailandia e Vietnam mentre aumenta l’appeal dei prodotti cileni, soprattutto le ciliegie che sono un prodotto molto usato durante le festività cinesi come il capodanno. In crescita significativa il settore dell’e-commerce F&V che si è radicato nel mercato cinese molto di più di quanto non sia avvenuto negli Usa. Con volumi così grandi si può capire come nel mercato all’ingrosso ci sia ampio spazio per nuovi brand e in questo senso lo strumento dell’e-commerce è importante per affermarli. Se si sceglie la piattaforma giusta si può sviluppare un grosso business grazie alla capillarità e alla facilità con cui si fa conoscere il prodotto ad una platea enorme di clienti.
Per lavorare al meglio su questa vetrina occorre creare una narrazione intorno al prodotto che si vuole vendere ossia creare una storia. Porte aperte ai kiwi dall’Italia che rientra tra i sette fornitori mondiali di questo prodotto sul mercato cinese con una concorrenza quasi tutta in contro-stagione, ossia quella di Thailandia, Cile e Nuova Zelanda.