Dopo aver statuito l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima per pasta, riso, latte e formaggi, derivati del pomodoro, l’Italia mira ora ad estendere la regola a tutti, o quasi, i prodotti alimentari. Come? Con le norme contenute nel disegno di legge di conversione del decreto 135/2018, il cosiddetto «decreto semplificazioni».
Tale provvedimento, approvato nelle Commissioni, e ora al vaglio di Palazzo Madama, prevede che “l’indicazione del luogo di provenienza è sempre obbligatoria … nel caso in cui il marchio d’impresa apposto sulla confezione possa indurre in errore il consumatore in merito al Paese di origine o al luogo di provenienza reali dell’alimento, in particolare se le informazioni che accompagnano l’alimento o contenute nell’etichetta del marchio nel loro insieme potrebbero altrimenti far pensare che l’alimento abbia un differente Paese di origine o luogo di provenienza».
Si ipotizza, poi, che il Mipaaft, d’intesa con i Ministeri della salute e dello sviluppo economico, sentite le organizzazioni professionali, emanerà un decreto nel quale indicherà gli altri casi in cui l’indicazione del luogo di provenienza è obbligatoria. Pertanto, se il documento verrà approvato definitivamente dal Parlamento in questa forma, l’obbligo di indicazione dell’origine potrebbe interessare quasi tutti gli alimenti.