Nel corso del 2018 gli impianti di trattamento iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di Coordinamento RAEE hanno effettuato il trattamento di 421.344 tonnellate di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). È quanto emerge dai dati acquisiti annualmente dal Centro di Coordinamento RAEE, come previsto dall’art. 34 del Decreto Legislativo 49/2014.
I valori forniti dalle aziende che si occupano del recupero e del riciclo dei RAEE sono importanti per un duplice motivo: la rendicontazione dei RAEE professionali e di quelli domestici consente di inquadrare nella sua totalità i quantitativi di RAEE avviati al recupero sul territorio nazionale. Al tempo stesso consentono di monitorare la situazione del nostro Paese rispetto ai nuovi e sempre più sfidanti obiettivi di raccolta comunitari.
Dai dati risulta che nel 2018 sul territorio nazionale hanno operato 953 impianti che si occupano di RAEE dediti sia al trattamento per il recupero delle materie prime sia alla sola attività di stoccaggio dei rifiuti in attesa dell’invio ad un impianto di trattamento.
A livello territoriale, la presenza più consistente è concentrata nel Nord Italia dove operano 669 strutture, nel Centro Italia sono 140 e nell’area Sud e Isole 153. Rispetto al 2017, il dato complessivo evidenzia un incremento di nove impianti.
Di tutti gli impianti che effettuano il trattamento operanti a livello nazionale, 59 risultano “accreditati”: possiedono cioè i requisiti di trattamento che consentono di ricevere e trattare i RAEE domestici gestiti dai Sistemi Collettivi. Tale accreditamento è frutto dell’Accordo sul trattamento, siglato dal Centro di Coordinamento RAEE con le associazioni rappresentanti le aziende di trattamento (ASSORAEE, ASSOFERMET e ASSORECUPERI) nel corso del 2016. L’accreditamento è l’esito di un iter di verifica predisposto dal Centro di Coordinamento ed eseguito tramite audit di enti terzi che certificano la qualità del processo e il rispetto di rigorose procedure di salvaguardia ambientale.
L’andamento delle dichiarazioni
A fronte di 983.610 tonnellate di AEE immesse sul mercato e dichiarate al Registro AEE nel triennio 2015-2017, nel 2018 gli impianti registrati hanno trattato 421.344 tonnellate di RAEE, di cui il 75,20% (pari a 316.864 tonnellate) riconducibili a RAEE domestici, e il 24,80% (pari a 104.480 tonnellate) a RAEE professionali. Complessivamente le dichiarazioni evidenziano un incremento del 10,14% di rifiuti elettrici ed elettronici trattati rispetto al 2017.
Per quanto riguarda i RAEE domestici, la composizione dei rifiuti vede la predominanza di apparecchiature appartenenti al raggruppamento grandi bianchi (R2), in crescita del 15% rispetto al 2017 e a quello di freddo e clima (R1) che registra un incremento del 2,3%.
Obiettivi europei e flussi illegali
Come già sottolineato, i dati forniti al CdC RAEE consentono di monitorare lo stato dell’arte della raccolta dei RAEE nel nostro Paese alla luce degli obiettivi di raccolta stabiliti dalla Direttiva Europea 2012/19/UE a salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della salute umana. L’Italia nel 2018 ha conseguito un tasso di ritorno complessivo del 42,84%, risultato poco distante dal target europeo del 45% previsto per il 2018, ma assai lontano da quello molto più sfidante previsto dal 2019 pari al 65%.
Dall’analisi dei tassi di ritorno emerge quindi che una gran parte dei rifiuti che si generano, rispetto alle apparecchiature vendute, non viene correttamente tracciata, sfuggendo al sistema di gestione regolato dalla normativa. Tali volumi vanno quindi ad alimentare il traffico illegale dei rifiuti, con le conseguenze che ne derivano in termini di inquinamento ambientale e di danno economico per le aziende e per il sistema Paese (non ultimo anche in termini di infrazione dei target previsti dalla Comunità Europea).