La paralisi di ristoranti, bar, alberghi, in una parola del comparto ristorazione a causa del Covid, ha comportato un significativo incremento della quantità di olio extravergine d’oliva italiano in giacenza. Non lo si è consumato perché non si è potuto. Gli operatori di settore si attendono interventi del governo per sbloccare il mercato e aiutare i produttori in difficoltà. Un primo passo potrebbe essere la pubblicazione del bando Agea da 20 milioni per l’acquisto di olio extravergine d’oliva 100% italiano della campagna scorsa, da destinare agli indigenti.
Va in questa direzione il grido d’allarme del settore, all’indomani della pubblicazione del report “Frantoio Italia” dell’Icqrf sulla situazione complessiva in Italia, fotografata in base ai dati contenuti sul registro telematico dell’olio. La situazione è chiara; rispetto allo stesso periodo del 2019, lo stock di olio extravergine d’oliva italiano è salito a 42.904 tonnellate con un incremento super (+85,9%). Puglia, Toscana, Calabria e Umbria hanno in giacenza il 67,5% dell’intero stock nazionale, mentre a livello di oli Dop, che rappresentano il 4.1% della giacenza totale in Italia in questo momento, le cisterne di Dop Terra di Bari sono quelle che occupano più spazio con il 44.9%.
Occorre individuare uno sbocco commerciale in grado di assorbire questa mole di prodotto. L’intervento pubblico, come in altri settori, sarebbe molto importante.