La produzione in diminuzione e l’aumento dell’elettricità e dei costi produttivi in generale, ha fatto crescere il prezzo base dell’olio di oliva, ripercorrendo dinamiche già verificatesi in altri comparti. Nel Barese, per rimanere in un contesto in cui c’è una tradizione importante, sono stati superati i 6 euro al chilo alla produzione, ma anche nelle altre piazze si stanno registrando prezzi in crescita. Nel Nord della Puglia, infatti, tale soglia è stata superata, mentre in Sicilia si è arrivati ai 7,10 euro con punte anche di 8 euro al chilo. In Calabria i listini sono intorno a 5,80 euro al chilo.
Prezzo in ascesa anche per il lampante
In deciso aumento anche i listini del lampante che nella prima settimana di gennaio ha toccato in Italia anche i 4 euro al chilo, livello difficile da registrare nel nostro Paese.
Del resto, il lampante, più dell’olio evo, è legato al destino del resto degli oli vegetali internazionali ed è molto correlato all’andamento dell’analogo prodotto iberico che, nel frattempo, ha raggiunto i 4,66 euro al chilo. Come alla produzione, anche all’ingrosso si registrano tensioni al rialzo.
Mercato internazionale, andamento in salita
Anche fuori dai confini nazionali si stimano riduzioni importanti a partire dalla Spagna la cui stima al momento oscilla tra il -30 e il -50% e che condizionerà pesantemente le disponibilità mondiali. Nell’ultimo periodo i listini medi dell’evo iberico alla produzione sono a 4,60 euro al chilo.
Tra i primi Paesi produttori si stima che solo la Grecia possa superare i livelli produttivi dello scorso anno portandosi sopra le 300 mila tonnellate, volume che le permetterebbe di superare l’Italia e di essere, per quest’anno, il secondo produttore mondiale. Fuori dai confini comunitari anche per la Tunisia si profila un’annata di scarica con una flessione intorno al -25%.