Consumi mondiali di olio di oliva quasi raddoppiati negli ultimi 25 anni. È’ cambiata la dieta in molti Paesi, su tutti Giappone e Brasile, con Russia e Stati Uniti subito dietro.
Il dato emerge da una recente analisi, secondo la quale il consumo complessivo è stato di 2,99 miliardi di kg di olio di oliva nel 2015 con la vetta della classifica conquistata dall’Italia (con 581 milioni di kg) e della Spagna (con 490 milioni); ma sul podio si posizionano a sorpresa anche gli Stati Uniti con un consumo di 308 milioni di kg e un aumento record del 250% nell’arco di 25 anni».
La crescita dei consumi è avvenuta in modo vorticoso nell’ambito di una generazione anche in altri importanti Paesi a partire dal Giappone, posto in cui l’incremento è stato addirittura del 1.400% per un consumo di 60 milioni di kg nel 2015, in Gran Bretagna con una crescita del 763% (59 milioni di kg) e in Germania che, con un incremento del 465% (58 milioni di kg).
Anche paesi come il Brasile hanno visto un incremento significativo con un +393% per un totale di 66,5 milioni di kg, la Russia con +320% (anche se le quantità restano limitate a 21 milioni di kg) e la Francia che con un incremento del 268% ha superato i 103 milioni.
Dato in controtendenza è quello invece che riguarda i Paesi tradizionalmente produttori come l’Italia: da noi in 25 anni i consumi sono rimasti stabili (+8%); in Spagna c’è stato un debole aumento del 24% e in Grecia si è verificato addirittura un calo del 27%.
A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel crescente segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.