Produzione olearia in aumento in tutto il mondo; il Comitato oleico internazionale (Coi), per la campagna 2015/2016, stima una produzione di 2.988.5 milioni di tonnellate ed un consumo intorno alle 2.989. Dal report economico di settore emerge che nella campagna 2014/2015 la produzione si era invece attestata su 2.444 milioni di tonnellate, ben mezzo milione di meno.
Il vertice Coi ha messo in evidenza anche che tra ottobre 2014 e settembre 2015 le vendite di olio di oliva hanno mostrato un aumento per il Giappone (+10%), livelli costanti negli Stati Uniti e Cina, una diminuzione in Russia (-33 %), Australia (-21 %), Brasile (-8 %) e anche in Canada (- 7 %).
Ma il dato più interessante riguarda la Tunisia, anche in virtù delle polemiche nata dalla recente decisione dell’Unione europea di aprire all’import di olio tunisino. Nella scorsa campagna il paese nord africano si è posizionato sul mercato mondiale come uno tra i principali esportatori di olio di oliva. Il risultato è spiegato dal fatto che le acquisizioni nel mercato comunitario sono diminuite del 3% rispetto al precedente anno di raccolta, mentre nel mercato extra-comunitario le importazioni hanno mostrato un forte aumento raggiungendo il 293%.
La situazione si giustifica con il pesante calo della produzione in Spagna e in Italia nella campagna 2014/15, che ha costretto questi Paesi a cercare forniture altrove, in particolare in Tunisia. Il risultato finale è netto; le importazioni spagnole dalla Tunisia sono aumentate del 1071%, mentre quelle italiane del 330%.
Viene segnalato infine che tra ottobre e novembre 2015, fatta eccezione per la Cina che segna un +4%, il segno meno si è verificato in Brasile, Australia, Canada, Giappone, e Stati Uniti. Il dato della Russia è al momento disponibile solo per il mese di ottobre ma anche qui segno negativo con un – 58%, ma è anche frutto del noto fenomeno dell’embargo.
L'analisi preliminare suggerisce che la situazione può essere dovuta a vari fattori, come le ripercussioni dei prezzi nel corso della campagna precedente, acquisti strategici da parte degli importatori e il fatto che l’olio extra vergine di oliva della nuova stagione non era disponibile per l'esportazione.
In sintesi le cifre ad ottobre 2015 per il commercio europeo rivelano una diminuzione del 27% per le acquisizioni intracomunitarie, ma un incremento del 161% delle esportazioni extra-Ue rispetto allo stesso periodo del 2014/15.