Oggi in tutto il mondo si sarebbe celebrato uno dei cocktail più amati e apprezzati di sempre: il Gin Tonic. L’emergenza Coronavirus ha cambiato le abitudini e oggi i drink si può imparare a realizzarli tra le mura di casa, per concedersi un momento di leggerezza e di svago.
Per un viaggio così particolare c’è bisogno di un Virgilio ferrato nel settore. Salvatore D’Anna, bar manager di Archivio Storico, primo speakeasy della città di Napoli, racconta che da loro il Gin tonic è uno dei drink più venduti e dà consigli e suggerimenti per prepararsi un G&T anche a casa. “Spesso i gin si legano a territori precisi – racconta Salvatore D’Anna – oppure la fantasia dei distillatori riesce a trovare combinazioni molto interessanti. In ogni caso questo distillato è un capolavoro alchemico, è il distillato più cangiante, quello che può essere manipolato e scolpito dalla creatività di chi lo fa.”
Tra i numerosi gin presenti sul mercato sono solo 45 quelli che sopravvivono a un’attenta opera di selezione e ricerca ed entrano a far parte della preziosa lista dei gin del locale, mentre le acque toniche selezionate sono tutte aromatizzate al chinino naturale, estratto dalla corteccia dell’albero di Cinchona sudamericano e storicamente utilizzato con soda e zucchero come bevanda medicinale contro la malaria. Apparentemente semplice – la ricetta prevede due soli ingredienti, acqua tonica e gin a cui si aggiunge il ghiaccio – questo drink deve tutto alla combinazione degli elementi. Nel distillato che deriva da cereali, perlopiù orzo e frumento, la differenza la fanno i botanicals cioè l’insieme di erbe, di spezie, di piante e radici che ne determinano gli aromi.
I consigli di Salvatore D’Anna per realizzare un buon Gin Tonic a casa:
La ricetta del Gin Tonic risiede nel nome, l’unica cosa che conta veramente è quindi la preparazione. Un drink dal sapore deciso, rinfrescante, che non ammette compromessi e che deve restare semplice. Come prima cosa, considerata la semplicità, è fondamentale il lato esperienziale: chi lo prepara deve essere un host impeccabile. La dose ottimale prevede 50 ml di gin e tonica a piacere. Il limone che decora il bicchiere deve avere un taglio netto, non deve essere sfilacciato a causa di un coltello poco adatto, ma soprattutto deve essere fresco, insomma se si chiama “decorazione” deve essere bella a vedersi! La tonica deve essere fredda e in nessun caso deve essere sfiatata. Il ghiaccio: non importa che siano cubetti grandi o piccoli ( io ad esempio uso cubi di ghiaccio cristallino perché belli da vedere e si sciolgono meno velocemente) l’importante è che i cubetti non abbiano quella patina di acqua attorno che diluirebbe troppo il drink. Per un buon Gin Tonic preferisco sempre prendere i cubi direttamente dal freezer. In conclusione, sono per il perfect serve del Gin Tonic: bicchiere da collins alto e non troppo largo, colmo di ghiaccio, una bella rondella di limone, la bottiglietta di tonica appena stappata al lato e rigorosamente senza cannuccia perché ogni cannuccia risparmiata è una tartaruga di mare salvata! Mai come in questi giorni è importante riflettere su quanto sia importante salvare noi stessi e il nostro pianeta. Ultima nota: ricordate che mescolare esageratamente un drink con la cannuccia o con lo stirrer, specialmente nel caso del G&T non fa altro che rovinare il drink, sfuma tutta l’effervescenza e lo si rende piatto e troppo medicinale al sapore.