La National Emission Ceilings è la nuova direttiva sull’inquinamento atmosferico adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio (Direttiva UE 2016/2284) ed entrata in vigore il 31.12.2016. La cosiddetta “NEC” – completamento ideale del più ampio “Pacchetto sulla Qualità dell’Aria” – stabilisce così i nuovi obiettivi strategici per il periodo fino al 2030, con l’intento di progredire verso l’obiettivo di miglioramento di lungo termine dell’Unione attraverso l’indicazione di percentuali di riduzione delle emissioni nazionali dal 2020 al 2029 e poi a partire dal 2030.
La direttiva è stata tarata considerando che “negli ultimi venti anni nell’Unione si sono registrati considerevoli progressi nell’ambito della qualità dell’aria e delle emissioni atmosferiche antropogeniche”, grazie anche ad una politica specifica dell’Unione che comprende la Comunicazione della Commissione del 21 settembre 2005 – intitolata «Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico» (STIA) – e la Direttiva 2001/81/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che ha svolto un ruolo determinante fissando, a partire dal 2010, limiti massimi per le emissioni annue degli Stati membri di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM) e ammoniaca (NH3).
Di conseguenza, tra il 1990 e il 2010, nell’Unione, le emissioni di biossido di zolfo sono diminuite dell’82 %, le emissioni di ossidi di azoto del 47 %, le emissioni dei composti organici volatili non metanici del 56 % e le emissioni di ammoniaca del 28 %. Tuttavia continuano a sussistere impatti negativi e rischi significativi per l’ambiente e per la salute umana.
Per questo anche il più ampio Settimo Programma d’Azione per l’Ambiente (Decisione n. 1386/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2013), incentrato su un programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020 (“Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”), confermava l’obiettivo a lungo termine dell’Unione per la politica dell’aria, per ottenere livelli di qualità dell’aria che non comportino, appunto, “rischi significativi”.
E a questo fine raccomandava il rafforzamento delle sinergie tra la legislazione nel settore della qualità dell’aria e gli obiettivi più ampi che l’Unione si è prefissata, in particolare, in materia di cambiamenti climatici e biodiversità.
Ora, nella nuova direttiva, sono fissati – conformemente agli impegni nazionali di riduzione delle emissioni che derivano dalla versione rivista del Protocollo di Göteborg – i limiti per ciascun inquinante, per gli anni dal 2020 al 2029. Dal 2030 in poi le percentuali di riduzione diventeranno progressivamente più alte.