Concluso il meeting di Nairobi dell’Assemblea ambientale ONU (Unea) al quale quasi 200 paesi hanno preso impegni per contrastare l’inquinamento mondiale.
Possiamo considerarlo il primo passo verso un trattato giuridicamente vincolante, unica forma rilevante per avere garanzie di attuazione. Più di 4 mila capi di stato, ministri, imprenditori e funzionari delle Nazioni Unite, attivisti, celebrità e rappresentanti della società civile hanno preso parte alla conferenza di tre giorni che ha permesso di concordare una serie di impegni e promesse che, se concretizzate, potrebbero migliorare la vita di miliardi di persone.
Tredici risoluzioni non vincolanti e tre decisioni sono il risultato di questo incontro. Gli argomenti sono stati molteplici: rifiuti marini, microplastiche, prevenzione, riduzione dell’inquinamento atmosferico, attenzione ai veleni contenuti in vernici e batterie, protezione degli ecosistemi e della difesa del suolo.
Secondo gli accordi, i delegati hanno 18 mesi per completare gli atti con misure correttive nazionali: se i tassi di inquinamento continueranno il loro avanzamento, “entro il 2050 ci sarà più plastica nel mare che pesci”, ha detto l’Unep: sono otto milioni di tonnellate i rifiuti plastici – tra cui bottiglie e imballaggi – che vengono scaricati negli oceani ogni anno, portando alla morte un numero incalcolabile di animali interrompendo il ciclo di catena alimentare.