L’antica pratica rurale dei muretti a secco – tipica di Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera – fa ora parte della lista degli elementi dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La decisione ha ottenuto l'unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. Dopo la coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, è la seconda volta che questo riconoscimento viene destinato a una pratica agricola e rurale.
Grande soddisfazione espressa dal ministro Centinaio: «Ancora una volta i valori dell’agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli. I nostri prodotti agroalimentari, i nostri paesaggi, le nostre tradizioni e il nostro saper fare sono elementi caratterizzanti della nostra cultura. Non è un caso quindi che, dei 9 elementi italiani riconosciuti dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità, ben 4 appartengano al patrimonio rurale e agroalimentare. Un risultato che conferma l’importanza di questo comparto nel nostro Paese e quanto sia fondamentale, come Governo e come cittadini, non dimenticare mai le nostre radici. Ecco perché è necessario continuare a investire nella promozione e nella valorizzazione, anche a livello internazionale, delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri territori».
Riconoscimenti all'identità italiana
Nel 2010 la dieta mediterranea è stata iscritta come primo elemento culturale al mondo a carattere alimentare nella lista Unesco; nel 2014 il riconoscimento della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, primo elemento culturale al mondo di carattere agricolo riconosciuto dall’Unesco; nel 2017 è toccato all’ “Arte del pizzaiolo napoletano”.
La candidatura della pratica dei muretti a secco è stata portata avanti dal Mipaaft con il Maeci (Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale) e con la Commissione nazionale Unesco.