In base alla normativa di prossima pubblicazione, ogni casa nuova o ristrutturata, compresi i condomini, in Europa dovrà avere un punto di ricarica per auto elettriche. Poi, entro il 2023 il 10% dei posti auto in nuovi edifici dovrà essere equipaggiato con una presa per la ricarica. La terza novità è più lungo termine: la possibilità che le stesse vetture elettriche possano immettere energia elettrica nella rete nazionale, con una inversione di flusso, per compensare eventuali mancanze energetiche nel caso di fornitura da fonti rinnovabili.
L’iniziativa europea punta a creare l’infrastruttura necessaria a incoraggiare e sostenere il boom delle auto elettriche, atteso nei prossimi anni. L’obiettivo è, quindi, quello di promuovere una mobilità sostenibile, incoraggiando l’abbandono di vetture alimentate da combustibili fossili. Obiettivo non da poco dato che al momento i trasporti sono responsabili di circa un quarto delle emissioni europee di gas serra.
Norvegia e Paesi Bassi hanno in programma di dire addio ai motori diesel entro il 2025. Per merito delle detrazioni fiscali e l’aumento di infrastrutture ad hoc nei primi tre mesi del 2016 il 25% delle nuove immatricolazioni riguardavano auto elettriche.
Esiste, però, una questione da tenere in considerazione, le emissioni del biossido di zolfo (SO2). Le auto elettriche, infatti, se alimentate con energia generata da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico, sono uno strumento fondamentale per ridurre le emissioni di CO2, ossidi di azoto e polveri sottili del settore trasporti. Ma, come ha evidenziato l’Agenzia Europea dell’Ambiente, un aumento incontrollato e alimentato da fonti non rinnovabili potrebbe peggiorare la situazione delle emissioni di anidride solforosa generate dagli impianti di produzione. Nel caso delle centrali elettriche a carbone, ha specificato l’Agenzia, l’aumento di biossido di zolfo che scaturisce dai processi di produzione energetica potrebbe, entro il 2050, essere superiore di cinque volte in confronto a un panorama viario senza veicoli elettrici. E siccome le vetture con motore elettrico nel 2050 rappresenteranno l’80% delle auto in circolazione sulle strade europee, “si renderà necessaria la produzione di più energia”.
Ci sarebbe anche la possibilità di utilizzare le stesse batterie come fonti energetiche. Alcuni esempi in questo senso arrivano da Renault, che in base a un accordo siglato con Connected Energy ha studiato la possibilità di impiegare le batterie esauste come “centrali” per lo stoccaggio e la ricarica, alimentandole con fonti solari o eoliche. Ma anche da BMW, che recentemente ha inaugurato una “power station” nei pressi di Amburgo per l’impiego delle batterie “a fine vita” già utilizzate per l’alimentazione di veicoli elettrici; e Mercedes, che ha in cantiere la realizzazione di un centro di stoccaggio batterie da veicoli elettrici. Insomma, si stanno tutti muovendo nella stessa direzione, sembra.
Il mercato, dunque, finalmente si muove e anche i consumatori. Considerando il quadrimestre da maggio ad agosto 2016 il numero di auto elettriche immatricolate nell’Unione europea, rispetto al periodo corrispondente del 2015, è aumentato del 5,1% (14.579 pezzi), mentre da gennaio ad agosto di quest’anno, rispetto agli otto mesi dell’anno precedente, l’incremento è salito del 18,6% (31.099). Un trend in crescita che richiede urgentemente un parallelo adeguamento legislativo e tecnologico.