Ogni anno, va perso oltre un terzo di tutto il cibo prodotto a livello mondiale per il consumo umano. Nei Paesi più industrializzati, come l'Italia, si tratta per l'82% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 18% di scarti del processo di produzione e di trasporto.
A metterlo in evidenza è Ener2Crowd, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding energetico, basandosi su dati dell' Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO). Ma c’è di più; la lavorazione del cibo che non sarà consumato porta a sprecare non solo gli alimenti, ma anche le fonti fossili impiegate per coltivare, spostare e processare il cibo, oltre al metano che si produce per eliminare i rifiuti gettati in discarica, con emissioni che contribuiscono in maniera cruciale al cambiamento climatico.
In quanto alle emissioni di anidride carbonica di origine "alimentare", la FAO stima un valore di 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. Per rendersi conto delle proporzioni, basti considerare che se lo spreco alimentare fosse uno stato, sarebbe il terzo Paese al mondo dopo gli Usa e la Cina. Ma, oltre alle emissioni, lo spreco alimentare è responsabile anche della sempre maggiore deforestazione e di una non necessaria perdita della biodiversità.
Sebbene ci siano ancora margini di miglioramento, l'industria ha davvero fatto molta strada quest'anno: il 2019 è stato un anno importante per la consapevolezza e l'azione a livello aziendale a favore della sostenibilità.