Agritech, il Centro Nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie in agricoltura, varato due giorni or sono, ha l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere. È questo, in sintesi, l'obiettivo di partito oggi.
L’Università Federico II di Napoli è l’ente promotore del Centro ed è responsabile dell’hub nazionale: l'ateneo di Torino coordina lo Spoke 6, che vede direttamente e fattivamente coinvolti il Politecnico di Torino e le Università di Genova, Piacenza, Ancona e Foggia, nello sviluppo e verifica di sistemi agricoli sostenibili anche in scenari climatici in evoluzione.
E ci sono altre 21 università aderenti: Bari, Alma Mater Studiorum – Bologna, Milano, Padova, Università degli Studi della Tuscia, Politecnico di Milano, Scuola Superiore Sant’Anna, Università della Basilicata, Bolzano, Campus Bio-Medico di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Catania, Firenze, Perugia, Pisa, Parma, Reggio Calabria, Sapienza di Roma, Università di Salerno, Sassari, e Udine.
Il progetto vale 350 milioni di Euro di cui 320 milioni provenienti dal Pnrr: il progetto, infatti, ricade nell’ambito della Missione 4, Componente 2, Investimento 1.4 “Potenziamento strutture di ricerca e creazione di ‘campioni nazionali di R&S’ su alcune Key Enabling Technologies” finanziato dall’Unione europea – NextGeneration EU.
Il progetto intende utilizzare le tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari. A costituire il parterre che compone il Centro Agritech ci sono al momento ben 51 attori distribuiti su tutto il territorio nazionale, tra cui 28 università, 5 centri di ricerca e 18 imprese, anche se sono state raccolte quasi mille manifestazioni d’interesse nel settore industriale di riferimento.
Tra i soggetti coinvolti il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, Consorzi Agrari d’Italia, Casillo, Cnh, De Matteis, Egeos, Enginnering, Eni, Graded, Ibf, Irritech, Relatech, Società Sementi Italiana, Telespazio, Bonifiche Ferraresi, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo e Nestlé.
Il Centro Agritech nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l'industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile: non a caso, l'obiettivo è collegare infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzare le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre a promuovere transizione ecologica e digitale.
Tra gli obiettivi, collaborare con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formare la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano e le competenze necessarie per affrontare le sfide future.
Il Centro prevede l’applicazione di tecnologie per l’agricoltura perseguendo cinque obiettivi principali:
- Resilienza, ossia adattamento delle produzioni ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici;
- Basso impatto, cioè riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale;
- Circolarità, ossia sviluppo di strategie di economia circolare;
- Recupero, inteso come sviluppo delle aree marginali;
- Tracciabilità, come promozione della sicurezza, tracciabilità e tipicità delle filiere agroalimentari.